Nel suo editoriale di ieri, il nostro Toni Visentini ha scritto che, in politica, la situazione è ormai caratterizzata da “un navigare a vista in un mare pieno di scogli dove se cerchi di evitarne uno rischi di andare a sbattere contro un altro”. Intanto, com’era largamente prevedibile, lo scoglio costituito dal “progetto Benko” ha già fatto naufragare l’ipotesi di rivedere a Bolzano una giunta targata con le sigle della vecchia maggioranza. Non è il caso di ricercare un solo responsabile: le colpe – se di colpe vogliamo parlare – sono equamente distribuite e quindi assolvono o condannano tutti. Adesso si tratta di guardare avanti e di capire dove si nascondono i nuovi scogli.
In mancanza di altro, il futuro potrebbe essere interpretato anche prendendo in considerazione dei segni soprannaturali. Domenica scorsa si è tenuta per esempio la festa del Sacro Cuore di Gesù, alla quale Luigi Spagnolli ha partecipato esibendo orgoglio identitario: “Esserci è fondamentale – ha riferito poi sulla sua pagina Facebook –, perché il nostro essere città di confine etnico, linguistico e culturale può farci crescere come persone e come comunità solo conoscendo meglio le radici e le convinzioni di chi ci vive accanto”. In genere, chi ricorre a formule di questo tipo raschia un po’ il barile dei luoghi comuni. Interessante notare però che sul fondo di quel barile ci fosse anche Carlo Vettori, presente alla processione insieme al sindaco. Notoriamente, non esiste un partito più identitario della Lega Nord.
Il pensiero che siano proprio gli eletti della Lega, telecomandati da Trento, e ancora più remotamente ispirati dai disegni del “capitano” (loro lo chiamano così) Matteo Salvini, appare un azzardo da scartare nel momento stesso in cui se ne comincia a parlare. Certo, si tratterebbe della classica ultima spiaggia, estremo approdo per scongiurare quello che a tutti sembra l’esito più plausibile, vale a dire il commissariamento e quindi il ritorno alle urne. Ragionando però con il necessario disincanto, e in prospettiva, ci si potrebbe anche accorgere che un coinvolgimento della Lega toglierebbe all’ipotetica nuova coalizione di centrodestra – posto ovviamente che riesca poi a formarsi – un cardine essenziale. Ovviamente questo lo sanno i diretti interessati, i quali intanto avranno qualche giorno per godersi l’inaspettato ruolo di ago della bilancia e farsi suggerire il da farsi.
Rimane una considerazione amara. Più che di aghi della bilancia, quello di cui sentiamo il bisogno è un ago della bussola. Qualcuno, cioè, in grado di comunicare una chiara idea di sviluppo della città, assumendosi la piena responsabilità delle proprie scelte. Salterà fuori, prima o poi?
Corriere dell’Alto Adige, 18 giugno 2015