Alla fine lo riconosce la stessa stampa cattolica: della manifestazione della Manif pour tous Italia contro la legge sull’omofobia i giornali non ne hanno dato notizia.
Infatti anche Giovanno Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana scrive che sui giornali «della manifestazione di Piazza Santi Apostoli non vi sia traccia mediatica» nonostante la presenza di «inviati dell’ANSA» (ma anche l’Ansa non ha dato notizia dell’evento).
Insomma un vero e proprio flop ed anche Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, ha dedicato poche righe alla notizia. Gli organizzatori parlano di 4mila presenze mentre il Quotidiano del Lazio ridimensiona a più di mille partecipanti: numeri coerenti con quelli delle altre manifestazioni avvenute in Italia.
In ogni caso numeri ben lontani da quelli di una normale manifestazione di piazza o di un Gay Pride e non si può dire che il mondo cattolico non abbia speso energie per questa “marcia su Roma” a cui hanno mostrato disinteresse gli stessi cittadini romani.
«Risvegliare l’opinione pubblica per tutelare la famiglia»: così proclamava l’onorevole Gian Luigi Gigli in un’intervista a Zenit, l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo.
Lo stesso Gigli riconosceva il «pericolo di una lenta assuefazione su questi temi». «Risvegliare un’opposizione popolare serve anche a contenere le pressioni di determinate lobby»: così affermava l’esponente di Per l’Italia a Zenit.
Non solo parte del mondo politico ma anche l’episcopato non sarebbe stato indifferente all’evento della Manif Pour Tous: questo il senso dell’intervento di monsignor Luigi Negri pubblicato sempre su Zenit. Una presenza quasi in “sordina” quella del mondo cattolico almeno per Marco Tosatti sulla Stampa: «Molti i sacerdoti. Di vescovi, arcivescovi e cardinali, di cui Roma non manca, abbiamo riconosciuto solo il cardinale americano Raymond Leo Burke. Almeno per ora. Americano; e si mescola alle pecore…..».
Non si può dire che il mondo cattolico non abbia impiegato tutte le sue energie per la buona riuscita della manifestazione e tante sigle hanno aderito: l’Associazione Arkè, l’Associazione Giuristi per la Vita, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, l’Associazione Culturale Identità Europea, il Comitato della Famiglia, il Comitato “Si alla Famiglia” di Torino, Europei per la Manif, il Gruppo Lot, il Movimento per la Vita, il Movimento Europeo per la difesa della vita, le Sentinelle in Piedi, Notizie Pro Vita, Forum delle Associazioni Familiari, la comunità ebraica di Livorno, la Fondazione Novae Terrae ed Homovox: sedici sigle per un totale di 4mila presenze. Tanti anche i politici presenti: Laura Bianconi, Maurizio Gasparri, Gian Luigi Gigli, Carlo Giovanardi, Lucio Malan, Massimiliano Fedriga, Giorgia Meloni, Nicola Molteni, Alessandro Pagano, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi, Mario Sberna, Luca Volonté.
Che la manifestazione non avesse un grande successo era già nell’aria e Danilo Quinto in un’intervista sulla Nuova Bussola Quotidiana a Jacopo Coghe, presidente della sezione di Manif Pour Tous Italia così domandava: «Perché in Francia queste battaglie hanno portato in piazza milioni di persone, mentre in Italia, nonostante i notevoli sforzi che vengono fatti, questo risultato non viene raggiunto?». La risposta era lapidaria: «Nel nostro paese ha giocato un ruolo fondamentale l’informazione, che sembra appiattita, salvo qualche eccezione, su posizioni irremovibili rispetto alla necessità di approvare una legge che introduce l’ideologia del gender». Eh sì la colpa è proprio dell’informazione. Alla fine Coghe lanciava il suo appello: «Chiediamo a tutti i cittadini di buona volontà di darci subito una mano e di essere in tanti a Roma». Appello caduto nel vuoto.
Nonostante Coghe fosse quasi “pessimista” nell’intervista a Danilo Quinto, si esprimeva in maniera ben diversa a Benedetta Frigerio su Tempi: «Sicuramente la presenza alle manifestazioni di tanti giovani che non vogliono vivere in un sistema così disumano e relativista ci conforta. La Manif sta unendo anche persone di diverse confessioni: musulmani, ebrei, cattolici, laici, associazioni di diverso tipo. La gente non manca, serve solo unirsi con l’obiettivo di diffondere una mentalità nuova, in cui non si accettano relativizzazioni per quanto riguarda la natura umana e in cui l’importanza e la bellezza della famiglia naturale sia compresa e tutelata, per la stabilità della società intera».
Toni “speranzosi” anche quelli di ProLife News: «Decine e decine di associazioni, sigle, movimenti: si hanno notizie, come riportato negli scorsi giorni anche da noi di Prolife News, di gruppi provenienti da ogni parte d’Italia che si muovono alla volta della Capitale per manifestare in difesa della famiglia, istituzione posta sotto incessante assedio su tutti i fronti». Eh sì, Roma è stata proprio “invasa”.
Nonostante Gianfranco Amato sia del parere che la «censura gay è già realtà» non si può dire che i giornali più conservatori non si siano schierati a favore della manifestazione romana. A Roma si è manifestato contro la legge che condanna le violenze legate all’orientamento sessuale ma Francesco Agnoli sul Foglio l’ha presa “un po’” alla lontana: «Se andiamo indietro nel tempo, prima di Cristo, in Etruria, ad Atene, a Roma, a Gerusalemme, ovunque… sono sempre l’uomo e la donna a costituire la famiglia, cioè, secondo l’espressione di Cicerone, il seminarium rei pubblicae. Senza unione tra uomo e donna, del resto, l’umanità non esisterebbe neppure. (…) Nell’antica Roma il matrimonio è una cerimonia solenne, contrassegnata da una sorta di comunione davanti a un altare, su cui viene offerto a Giove un pane di farro. Inoltre vi è il sacrificio di un animale, di cui vengono lette, da un aruspice, le interiora». Cosa c’entri tutto questo con la legge contro l’omofobia è un “mistero della fede”.
Tra i gruppi presenti all’evento romano c’erano anche le Sentinelle in Piedi ed il suo portavoce Pietro Invernizzi così si è espresso a Zenit: «In questo clima caotico noi ‘vegliamo’ in rigoroso silenzio, stando in piedi, a poca distanza l’uno dall’altro, guardando tutti nella stessa direzione. Speriamo che il nostro silenzio diventi rumoroso come sta avvenendo oggi». Un “rumore” molto silenzioso ad esseri sinceri.
Sempre come riportato da Zenit erano presenti molti gruppi familiari: «Non mancano le famigliole al completo, tra le quali balza agli occhi una carrozzina in cui dorme beata una bimba di quattro mesi, probabilmente la più giovane manifestante: carrozzina e tutina della piccola sono di un fucsia perfettamente intonato al rosa scuro del logo della Manif…». In effetti a quattro mesi si ha una chiarissima idea per che cosa si sta “manifestando”: resta il dubbio se anche questa bimba di quattro mesi – come gli altri bambini presenti nella fotogallery in fondo – sia stata conteggiata tra le quattromila presenze che – secondo gli organizzatori – avrebbero partecipato all’evento della Manif pour tous Italia.
In ogni caso la manifestazione romana ha avuto un grande merito: quello di dimostrare di quanta poca presa abbiano nel mondo reale ed in quello cattolico le motivazioni di chi si oppone ad una legge contro l’omofobia. E non è cosa da poco.
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