Le cinquanta sfumature, il nuovo libro di Ken Follet e l’accordo per il Kobo, e-reader che dovrebbe fronteggiare il colosso Kindle della Amazon sembravano aver dato un po’ di respiro alla Mondadori. Ma è proprio così? È notizia di questi giorni che l’editore di Focus, il tedesco Gruner+Jahr in società con Mondadori, in previsione di chiudere il bilancio 2012 in pareggio, per la prima volta dopo 20 anni di dividendi record, abbia deciso di eliminare delle testate e dimezzare le persone che lavorano in azienda. Sono stati dichiarati esuberi, ossia non più necessarie, ben 60 persone. 36 (su 74) sono giornalisti e 24 (su 47) lavorano come poligrafici e tra il personale amministrativo.
Le testate da eliminare sono: Jack, Geo, Focus Wild, Focus Extra, Focus Domande & Risposte, Focus Brain Trainer, Focus Biografie e Focus Wars. Focus con i suoi «fratellini» è un successo europeo tutto made in Italy, pertanto questa manovra da shock economy rappresenta un duro colpo per l'immagine della creatività e delle professionalità italiane nel mondo dei giornali. Per non parlare delle 60 famiglie lasciate senza uno stipendio. Sicuramente prima di arrivare a questa drastica decisione si sarebbero potute salvaguardare in modo migliore le nostre testate conosciute e apprezzate anche all’estero.
Di seguito il Comunicato stampa del CDR di Gruner+Jahr/mondadori Spa.Dopo anni di guadagni netti (ebit) di milioni e milioni di euro (il 2011 si è chiuso in positivo di 4 milioni) e con una previsione per il 2012 di andare per la prima volta in pari (ebit a 0) dal 1990, la GRUNER+JAHR/MONDADORI (joint venture al 50% tra Mondadori e i tedeschi di Gruner+Jahr – Gruppo Bertelsmann) ha presentato un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di 8 riviste: Focus Extra, Focus Domande e Risposte, Focus Brain Trainer, Wars, Biografie, Jack, Geo e Focus Wild (quest’ultima, appena lanciata, avrebbe una perdita presunta di soli 12 mila euro). Il piano si traduce nel taglio di 60 posti di lavoro su 120: 36 giornalisti e 24 grafici editoriali. Tutto questo accompagnato da una strategia di rilancio della casa editrice, contenuta in una paginetta del piano di ristrutturazione consegnato al CDR, basata essenzialmente su 3 vaghe linee guida: rafforzare il marchio Focus, introdurre un nuovo sistema editoriale in grado di produrre versioni multimediali delle riviste per i nativi digitali e sviluppare la diversificazione dei nostri marchi. Ad esempio, progetti di e-commerce che prevedono la vendita di cofanetti per le neo mamme. In sostanza, per finanziare questo «ambizioso» progetto si tagliano 60 posti di lavoro, dichiarando la chiusura di 8 riviste in modo tale da impedire da subito qualsiasi possibilità di ricollocamento. Secondo le prime valutazioni della Federazione Nazionale della Stampa, si tratterebbe dello «squillo di tromba» per dare inizio a un pesantissimo piano di ristrutturazioni che potrebbe riguardare altre case editrici. Noi giornalisti della G+J/Mondadori, in ogni caso, riteniamo questa operazione inaccettabile, ingiusta e non motivata economicamente. Nelle prossime settimane ci batteremo con ogni mezzo a nostra disposizione per evitare questa macelleria sociale e invitiamo alla mobilitazione gli altri giornalisti, i colleghi grafici editoriali, i lettori e tutte la persone della società civile sensibili al futuro dell’informazione. Quello che ci chiediamo noi di Diario è: questa operazione della Gruner sarà l’apripista per quel piano di tagli e ricollocazioni deciso dopo il semestre nero di Mondadori? Ma sopratutto: perchè un gruppo come la Gruner attua provvedimenti così lapidari senza passare dalle vie intermedie? Stiamo parlando di una testata giornalistica che tutt’ora non è ancora andata in deficit e che fa parte della cultura popolare italiana. Voi che ne pensate? Se volete esprimere la Vostra solidarietà al gruppo "GLI ESUBERANTI" di Gruner+ Jhar Mondadori Spa potere raggiungere il gruppo FB QUI