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Manovra in affitto

Creato il 05 luglio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Manovra in affitto

Ci si può permettere di sporcare una manovra di importanza capitale inserendoci parti ad personam o ad aziendam quando si è in condizioni economiche-finanziarie così precarie come quelle in cui vessa l’Italia? Certo che sì può, visto che la nostra classe dirigente è senza pudore.

Al di là della bontà alquanto discutibile della manovra stessa di cui discuteremo una volta approvata, balza all’occhio come anche questo provvedimento finisca per contenere dei cavilli volti a soddisfare l’interesse del Capo.

Si era inizialmente inserita una norma, preliminare al tanto bramato processo breve, che sanciva il risarcimento agli imputati qualora il processo superasse il limite temporale. Poi è scomparsa. 

Si era infiltrato a sua insaputa pure un codicillo che metteva in grave pericolo i conti di Telecom: l’obiettivo era ricattare La7 facendo sì che interrompesse la trattativa con Santoro. Così è avvenuto ed e quindi colpo di spugna.

Ma la risoluzione truffaldina della questione che rende le notti di Berlusconi insonni è rimasta anche nella manovra presentata al Quirinale: si tratta del tanto temuto risarcimento di 750 milioni di euro che la famiglia Berlusconi potrebbe essere costretta a elargire a De Benedetti per lo scippo della Mondadori.

Nell’ottobre del 2009, il giudice Raimondo Mesiano ha condannato Fininvest a risarcire la Cir in sede civile, basandosi sulla sentenza penale di colpevolezza a carico di Vittorio Metta, accusato di essere stato comprato dai legali di Berlusconi per affidare la casa editoriale appunto all’attuale premier.

Tra pochi giorni arriverà la sentenza di appello del tribunale di Milano. Probabilmente la cifra sarà smussata, ma il salasso sarà comunque deciso. Però per il versamento si dovrà ancora attendere.

Infatti non solo la Fininvest ha ottenuto una discutibile sospensiva dopo il primo grado, ora con questa finanziaria sarà obbligato il blocco del pagamento anche in appello.

La manovra modifica due articoli del codice penale, il 283 e il 373.

Il primo prevede che:

Il giudice d’appello, su istanza di parte, proposta con l’impugnazione principale o con quella incidentale, quando sussistono gravi e fondanti motivi, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle due parti, sospende in tutto o in parte l’efficacia esecutiva o l’esecuzione della sentenza impugnata, con o senza cauzione.

Il nuovo comma sentenzia:

È in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 10 milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione.

Il secondo prevede:

Il ricorso in Cassazione non sospende l’esecuzione della sentenza. Tuttavia il giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata può, su istanza di parte, qualora dall’esecuzione possa derivare grave e irreparabile danno, disporre con ordinanza non impugnabile che l’esecuzione sia sospesa o che sia prestata congrua cauzione.

Il comma introdotto:

La sospensione prevista è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 20 milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione.

La speranza è che Napolitano cassi almeno questo aspetto della manovra che, effettivamente, poco ha a che fare con le esigenze di bilancio e il rilancio del Paese. Già in passato il Capo dello Stato aveva ammonito il Governo a proposito dell’inserimento di norme che poco hanno a che fare con l’ispirazione fondante della legge presentata.

Ma i fischi, si sa, bisogna conservarli per il tenore e non riversarli tutti sul baritono. Infatti i due nuovi commi stoppano la mega multa, magari anche per un paio d’anni, in attesa della Cassazione, ma non l’annullano. Ora resta da vedere cosa si inventeranno in questo lasso di tempo per fare in modo di non scucire in favore dell’odiato De Benedetti neppure un euro.

 


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