mag 7, 2014 Scritto da giuliaporzionato
Marchionne ha parlato del rilancio di Mirafiori direttamente dagli USA, durante la presentazione ufficiale del nuovo piano industriale della Fiat Chrysler Group Automobiles ad Auburn Hills. Le sue parole sembrano incoraggianti per la produzione italiana: “Garantiremo la piena occupazione a Mirafiori e negli altri stabilimenti. Produrre in Italia è conveniente perché gli stabilimenti ci sono già e i costi di trasporto nei vari paesi del mondo nei segmenti premium non incidono molto sul prezzo finale.” Frasi che ha poi rimarcato, durante la conferenza stampa, assicurando che “La Fiat non manderà a casa nessuno dei suoi dipendenti italiani.” Due quindi sono i punti cruciali: l’investimento sulla produzione italiana e la “piena occupazione”.
Nel piano industriale è infatti assicurato l’impiego al 100% delle strutture e degli impianti italiani, le cui prestazioni sono al momento dimezzate. L’investimento sulla Fiat sarà di circa 50 miliardi, il che permetterà un netto aumento della produzione: dai 4,4 milioni di vetture all’anno attuali ai 7 milioni previsti per il 2018. Flavio Altavilla, responsabile di Emea per la FCA, ha dichiarato che entro 4 anni non solo gli stabilimenti saranno sfruttati a pieno regime, ma anche che “Mirafiori sarà rinnovato per la produzione di nuovi modelli, incluso un Suv Maserati nel segmento alto di gamma”, il cosiddetto Levante.
Per quanto riguarda lo stabilimento Mirafiori, i lavori sono ancora in corso, alcuni ormai al termine, come la verniciatura (adattata a ciascuno dei modelli che saranno prodotti in futuro) o la ristrutturazione della pista di collaudo. Alcuni tra questi progetti avranno un’importanza cruciale, come i robot destinati al montaggio dei pezzi delle vetture. Ottimista il responsabile Fiat della Fim, Ferdinando Uliano: “Nei prossimi giorni finalmente inizieranno la parte importante dei lavori per la linea che vedrà la produzione del Suv Levante a Mirafiori.”
A proposito dei futuri modelli ideati dall’azienda, a Torino sono previste due nuove tipologie di Alfa Romeo, mentre Melfi sarà dedicata alla produzione di Jeep. Quattordici su sedici dei modelli Fiat saranno prodotti in Italia. Una simile soluzione permetterà, secondo Marchionne, di scongiurare il pericolo della disoccupazione e degli esuberi di personale, garantendo inoltre il rientro dei dipendenti in cassa integrazione. Come lui stesso ha dichiarato, “Tutti i dipendenti di Pomigliano verranno utilizzati.” Uliano stesso ha confermato che “Già nei prossimi mesi altri 500 lavoratori oggi in cassa verranno chiamati al lavoro per aumentare i volumi della Maserati.”
Secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, “La produzione automobilistica cambia marcia ed è una realtà che valutiamo positivamente. Si completano gli investimenti in Italia sui segmenti medi di gamma, per esempio, come Jeep e Grande Panda a Melfi e Pomigliano d’Arco, ma si guarda, soprattutto, all’alta gamma. Lo dimostrano i 5 miliardi di euro disponibili per Alfa Romeo ed i 2 miliardi per Maserati, una scelte che rende completamente operative tutte le potenzialità dei siti di Cassino e Mirafiori. Tutto ciò significa futuro per gli 80 mila addetti del Gruppo che hanno registrato migliaia di ore di cassa integrazione ed ora ritornano alla piena produzione. Ci aspettiamo dagli Usa analoghe prospettive dichiarate dal gruppo dirigente per Cnh-Industrial.”