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Marco Cappato dice le bugie, Yamanaka è contro ricerca sulle embrionali

Creato il 26 ottobre 2012 da Uccronline

Marco Cappato dice le bugie, Yamanaka è contro ricerca sulle embrionaliL’on. Marco Cappato, attivista del Partito Radicale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, si è occupato nella sua carriera di «denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet e la sottovalutazione dell’impatto della pedofilia “domestica”. Al centro delle nostre varie operazioni antipedofilia c’è stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili» (risposta di conforto al pedofilo orgoglioso William Andraghetti, anch’esso militante dei radicali).

Il pluricarcerato (seppur per brevi periodi) Cappato, oltre a demonizzare le pene verso gli utenti dei siti pedofili, ama anche occuparsi di bioetica, sfruttando la non si sa quale autorità fornitagli dalla sua laurea in economia in Bocconi (università privata, un paradosso per lo statalista radicale). Ha preso infatti parola sul recente conferimento del Premio Nobel per la medicina a Shinya Yamanaka grazie alla scoperta della riprogrammazione delle cellule staminali adulte per la cura di malattie.

Ovviamente questa assegnazione è stata un durissimo colpo per i radicali, da anni delegittimatori delle staminali adulte in favore delle embrionali. Infatti l’accademia dei Nobel lo ha premiato proprio perché grazie a lui si possono oggi «bypassare tutti i problemi etici legati agli esperimenti sugli embrioni». Ovvero le cellule embrionali non sono più necessarie, confutando così le previsioni di Umberto Veronesi secondo cui  «le cellule staminali embrionali rappresentano davvero una grande promessa della biomedicina» (La Repubblica, 15/6/2005, p. 8). Non a caso la Chiesa cattolica, che si fa consigliare da ben altri scienziati rispetto a Veronesi, ha da tempo scommesso -investendo anche del denaro- nella ricerca tramite le staminali adulte.

Cappato ha commentato la notizia dicendo che «il Nobel per la medicina a Gurdon e Yamanaka consacra l’importanza della ricerca sulle cellule staminali come frontiera più promettente nella cura di malattie che colpiscono porzioni considerevoli di popolazione». Capiamo il suo imbarazzo per dover commentare tale notizia, ma truccare così le carte è roba da radicali, per l’appunto. L’evento ovviamente consacra l’importanza delle sole cellule staminali adulte, dato che i due ricercatori hanno dedicato la loro carriera scientifica solo a queste.

Ospitato da Il Fatto Quotidiano, ovviamente, ha tuttavia tentato di difendere la ricerca sugli embrioni, spiegando che «la tecnica di riprogrammazione non è ancora pronta per la fase applicativa sui malati». In realtà in Italia un caso di osteogenesi imperfetta è già stato trattato con successo tramite le staminali del midollo osseo.  Lo ha spiegato in questo documento il dott. Paolo Bini, dirigente Medico della USL n.2 di Perugia: «le staminali di adulto sono già oggi una realtà consolidata in alcune aree terapeutiche: il trapianto di midollo osseo, il trapianto di cute, il trapianto di cornea ecc. Invece, per quanto riguarda le staminali embrionali, non vi sono notizie di protocolli terapeutici ad eccezione di quelli negli animali da esperimento; peraltro, oltre al problema del rigetto immunologico (nel caso di cellule non derivate da clonazione terapeutica, cioè dal paziente stesso) e alla difficoltà di guidare in maniera efficace e precisa la differenziazione delle staminali embrionali, va menzionato il potenziale cancerogeno di queste cellule, causato dalla loro elevata attività proliferativa; questo pericolo non è stato evidenziato, invece, per le cellule staminali adulte».

Il genetista del Dipartimento di Scienze zootecniche dell’Università degli Studi di Napoli e filosofo della bioetica, Donato Matassinoha a sua volta dichiarato«L’individuo inizia dal concepimento quindi sopprimere l’embrione, fosse anche per un farmaco, non si può [...]. Le staminali embrionali si sono rivelate a rischio, geneticamente poco gestibili, possono anche produrre tumori invece che il tessuto atteso. Molto più gestibili sono quelle adulte già indirizzate per produrre il tessuto e l ’organo che si vuole rimpiazzare». Gli scienziati dunque smentiscono Cappato, l’uso scientifico delle embrionali è ormai poco utile e anche pericoloso.

Il leader radicale ha anche parlato di Yamanaka, il quale -secondo lui- avrebbe «sempre rifiutato di farsi arruolare da chi pretenderebbe di utilizzare un filone di ricerca contro un altro, come se esistesse una contrapposizione e non una sinergia e osmosi continua». Anche in questo caso Cappato avrebbe fatto meglio a proseguire la sua ideologica battaglia per le stanze del buco a Milano, perché proprio qualche anno fa il novello Nobel per la medicina è stato intervistato dal New York Times e ha descritto il momento in cui è cambiata la sua carriera scientifica. Era assistente professore di farmacologia e faceva ricerca sulle cellule staminali embrionali, su invito di un amico ha guardato attraverso un microscopio uno degli embrioni umani conservati nella clinica. Ha commentato: «Quando vidi l’embrione, mi accorsi improvvisamente che c’era piccolissima differenza tra lui e le mie figlie. Pensai, non possiamo continuare a distruggere embrioni per la nostra ricerca. Ci dev’essere un altro modo». E il modo lo ha trovato, proprio volendo evitare la ricerca sugli embrioni (grazie a questo blog per aver trovato l’articolo del New York Times).

Marco Cappato insomma, tentando di salvare il salvabile, ha mentito o ha preso un enorme granchio. Da sottolineare invece il commento di Medicina e Persona dopo l’assegnazione del Nobel a Yamanak: «se lo scienziato che fa ricerca rispetta ciò che è, il dato, la dignità che l’uomo ha, allora la strada è indicata e proseguendo su questa strada con curiosità e fiducia i frutti arrivano. Il procedimento di ricerca adeguato quando si studia l’uomo è quello che accetta i limiti imposti dalla sua dignità. Se il metodo è adeguato all’uomo, lo rispetta, i risultati arrivano, sono positivi».


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