Marco clemente , candidato del pdl a milano, in un intercettazione ha detto “spero che muoia come un cane” riferito ad un titolare di un locale che non paga il pizzo ad una cosca

Il Pdl milanese in fermento. Scoppia , dopo il caso Lassini, la bomba Marco Clemente. L’ex collaboratore di Gianni Alemanno , nel 2003 al 2006 al Ministero della Politiche Agricole, consigliere regionale lombardo del Pdl e soprattutto candidato alle Comunali di Milano nel partito di Berlusconi è stato intercettato.

”Speriamo che muoia come un cane” sembra che abbia detto alle tre di notte in una discoteca milanese , Babylon, ad un boss affiliato alla cosca di Pepè Flachi. La frase è riferita ad un titolare di un locale notturno che non paga il pizzo alla cosca. La frase è stata captata in un’intercettazione ambientale della Dda sulla ‘ndrangheta. E’ stato arrestato nell’indagine Giuseppe Amato, detto Pinone, uomo del clan Flachi.

Clemente non è indagato. Ma le intercettazioni hanno provocato un terremoto politico. Con il centrodestra , che sorpresa, che attacca la giustizia per le indagini ad orologeria e aver tirato fuori intercettazioni di tre anni fa. Lo stesso Clemente respinge ogni addebito “Se avessi effettivamente detto quelle cose come è possibile che non sia indagato? Non sono io che dico quelle cose . E’ talmente evidente , tanto che nessuno mi chiama e nessuno mi ha chiamato”.

Promette querele quindi Clemente. “Sono espressioni che non mi appartengono : se avessi pronunciato quelle frasi sarebbe scattata obbligatoriamente un’indagine su di me. Visto che non c’è nessuna indagine , è evidente che qualcosa non torna” insiste. Clemente esclude ogni coinvolgimento con la cosca della ‘ndrangheta. E ha assicurato di non conoscere il titolare del locale notturno.

Intanto il Centrosinistra chiede come possa la Moratti presentarsi ai cittadini milanesi in compagnia di questi soggetti. C’è chi chiede l’intervento del Ministro dell’Interno e del prefetto. Il sindaco fino adesso non ha fatto nessuna dichiarazione.