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Marco de Vincenzo. Genialità e umiltà

Creato il 22 maggio 2013 da Dmoda
marco de vincenzo in accademiaLo stilista messinese inaugura il primo di una serie di incontri promossi dall’Accademia di Costume e Moda di RomaIeri pomeriggio l’Accademia di Costume e Moda di Roma ha ospitato il talentuoso Marco de Vincenzo. Alla presenza di Daniela Fedi, giornalista moda de Il GiornaleRomina Toscano, coordinatrice del corso di Fashion Styling e fashion editor di DModa, e di Olivier Di Gianni, responsabile della comunicazione della prestigiosa scuola romana, il designer ha incontrato studenti e addetti ai lavori.Non un formale incontro istituzionale, ma un incontro di anime, quello di ieri: non più il designer che ha esordito, giovanissimo, nella settimana della moda parigina, ma un giovane ragazzo, che si è messo a nudo davanti agli studenti.Classe 1978, nato a Messina, Marco de Vincenzo ha conquistato, in pochissimi anni, traguardi davvero rari, grazie ad un talento incontenibile. Gran lavoratore, meticoloso, attento e sensibile, una mente raffinata ed eclettica che è riuscita a prendere il volo,  malgrado i ristretti confini di una realtà piccola come Messina.Ha moderato l’incontro una spumeggiante Daniela Fedi. Sardonica, talvolta irriverente, sagace intervistatrice di un timido Marco.Affiancato dall’inseparabile ufficio stampa, Paolo de Vivo, il giovane designer ha raccontato dei suoi esordi: il trasferimento a Roma, appena diciottenne, gli studi all’Istituto Europeo di Design, i tanti sacrifici, tutti in nome della moda, unico fine e meta.Poi, l’inizio da Fendi, come designer di accessori, la vittoria di WION, e, da lì, l’ascesa, che lo ha portato ad essere oggi uno dei nomi più interessanti della moda italiana. Lo stile di Marco incanta ogni donna: le cromie a contrasto, le sete plissettate, le linee degli abiti, così pulite eppure così moderne, i tagli sartoriali, nella pura tradizione dell’alta sartoria italiana, la palpabile ricercatezza che sta dietro ogni capo. Capi vissuti e pensati come oggetti, “come un vaso, una borsa o una scarpa”, studiandone i dettagli, alla ricerca della perfezione.Sperimentazione e grande classe, un’incessante energia creativa, ma anche la consapevolezza del privilegio del fare il lavoro per cui si sentiva davvero portato, in un momento storico di grande crisi.Marco ha rivelato i segreti del suo successo: emerge, in primis, una grande autocritica, la smisurata passione e continua ricerca, alla base delle sue collezioni, la capacità di rischiare e di credere sempre in se stessi.Semplice e spontaneo, Marco, malgrado il successo che ne ha premiato il rarissimo talento.Monito per  i futuri designer presenti all’incontro.Perché il futuro -come ha detto Daniela Fedi a premessa dell’incontro- è “sulle fragili spalle dei giovani”.Una personalità forte, uno stakanovista capace di imporsi anche trasgredendo i diktat imposti dal fashion biz; talvolta controcorrente, anche critico rispetto ad un mondo che impone, a suo dire, forse troppo poco tempo per fare delle riflessioni.Intelligente, grande trendsetter dalle ispirazioni mai banali, ma anche autentico. La spontaneità di chi non deve dimostrare nulla, un talento immenso che parla da solo.Con lui Daniela Fedi auspica “un ritorno ad una moda fatta da grandi personalità, come era negli anni Ottanta. “La classe -quella vera- non è acqua.Chiara Caputo

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