Mariangela Melato
Certe notizie ti lasciano basito, controlli e ricontrolli tutte le fonti possibili e poi non puoi fare a meno d’arrenderti alla verità: Mariangela Melato, grande attrice teatrale e cinematografica, tra le mie preferite, poliedrica, ironica ed autoironica come poche (al momento mi vengono in mente solo Franca Valeri, Monica Vitti e Lella Costa), non è più tra noi … Sì, lo so, rischio la retorica, ma la commozione ha preso il sopravvento …Ne ricorderò allora brevemente i trascorsi artistici, i suoi studi di pittura all’Accademia di Brera, i lavori come disegnatrice di manifesti e vetrinista così da poter pagare i corsi di recitazione tenuti da Esperia Sperani, per poi debuttare nel ’60 in Binario cieco di Terron, rappresentato al Teatro Stabile di Bolzano, una volta entrata nella compagnia di Fantasio Piccoli.
Da qui in poi il teatro diviene la sua emanazione naturale, tra eleganza innata e quella voce così particolare a creare un raffinato, apparente, distacco, e troverà conferma man mano in altre rappresentazioni (Settimo ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo, nel biennio ‘63-‘65, di e con Dario Fo o L’Orlando Furioso di Luca Ronconi, ‘68), arrivando sino ai giorni nostri, con caratterizzazioni sempre di grande impegno ed impatto scenico.
Mi fermo qui, lascio, a me stesso e a voi che mi leggete, l’emozione del ricordo, magari andando con la mente a qualche scena delle pellicole citate ed evidenziando un unico, ma rilevante, rammarico, sempre nell’ottica di una felice smentita: attrici capaci di prenderne il testimone al momento nel nostro panorama culturale generale non se ne vedono. Non è uno sguardo retrivo, ma forse, una dolorosa constatazione, perché fascino “naturale” ed eleganza, scenica ma non solo, sembrano di questi tempi parole lontane, maledettamente lontane.
Ciao Mariangela, grazie.