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Mario Lunetta: 4 poesie par délicatesse

Da Vsgaudio @vuessegaudio
Mario Lunetta:  4 poesie par délicatesse
Mario Lunetta:  4 poesie par délicatesse· Cose persone comunismo grattachecche                        
   ci sono cose & persone ci sono & pensieri & progettiavvolti dalla stessa vitrea solitudine dei chioschidi grattachecche sui lungotevere in inverno. muoionoanche i grandi poeti, la legge del menga non fa scontineppure al padreterno afflitto da certi fastidiosi raffreddori& intanto mentre lui si ingozza di aspirine
   da un meridiano all’altro la terra è tutto un rumoreil frastuono delle vuvuzelas in sudafrica sembraun’eco in codice per il baccano di gola dei gabbianiche ormai vanno a caccia non più di pesci ma di topiqui nella città eterna che gioca a nascondino con se stessa

   le finte risse dei reality hanno lo stesso tasso di menzognadei dibattiti in parlamento. la stanchezza somiglia all’energia. l’energia somiglia a un accesso di delirium tremens.   essere (o voler essere) comunisti oggi - ank’ora! ank’ora (!)totalmente disancorati come siamo da pressoché tuttovuol dire (anche & ancora) farsi carico di quella totalitàpriva di fessure storia tremenda incancellabile di quella   bestia zoppa che si è chiamata appunto incautamenteComunismo – rompendone la continuità lacerandoneil senso comune la vulgata la cecità fideistica senza una stilladi pentimento ma con tutta la possibile impossibile   freddezza analitica dentro quest’onda che non presenta mainessuna anomalia nell’immane flusso di morte sorridenteche si chiama ank’ora ank’ora Capitalismo ecceteramagari anche guardando l’avviso attaccato a quel tronco    d’acacia in cui sotto al fotocolor del quadrupede si chiedeaiuto per il ritrovamento di un “dolcissimo volpinomicrochippato” – e di lì a poco il tg parla di massacri& di festini di stupri di glamour cinematografico di contrattitipo garrota foderata di velluto (Pomigliano & altrove)   con la stessa inflessione di voce lo stesso tono caucciùdi fronte alle cose alle persone al gratta&vinci vinci&gratta.   tu corri sui tuoi tacchi a spillo dici ridendo che sei più bravadi un saltatore in alto cubano o di un airone. io muoio.

16 giugno 010
· Due Conti (e due conti) attorno alla vergogna
   Certo che il Benso Camillo che era anche conte,oculato proprietario terriero & primo ministroin quanto cavallo di razza della scuderia Savoia,ci vide proprio bene quando in un articolo apparso sul “Risorgimento” (6 marzo 1848) ammonì:“Non sono l’idea di repubblica e di democraziache spaventino; è lo spettro del comunismo che tienetanti animi dubbiosi e sospesi”: il che sta a dimostrareche del minaccioso trattatello a firma Marx-Engelsintitolato Der Manifest de Kommunistischen Parteiaveva letto almeno l’incipit (“Uno spettro s’aggiraper l’Europa: lo spettro del comunismo”) & l’explicit(“PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI”).

   Un altro conte, che a differenza del franco-anglofonoBenso Camillo frequentava soprattutto le lingue morte aggirandosi davvero come uno spettro per un’Italiache capiva crudelmente & non poteva capirlo, leopardospolpato, poeta proletario, morto vivente, ateo pienodi luce, sicuramente non avrebbe mai pronunciato, luimaestro supremo della parola, parole simili. Non credodi sbagliare, dal momento che a cinque anni dalla mortecosì si espresse: “Se noi dobbiamo risvegliarci una volta, e riprendere lo spirito di nazione, il primo nostro motodev’essere, non la superbia né la stima delle nostre cosepresenti, ma la vergogna. E questa ci deve spronarea cangiare strada del tutto e rinnovellare ogni cosa”.(Zib. 24 marzo 1831). All’attentissimo Benso Camillopochi dettagli sfuggivano: & certo tra quei pochi è difficile ci fosse questo, che non era un monito maun’invettiva. E’ da supporre non suonasse come musicaalle sue orecchie: & l’ipotesi ci piace, in tutta franchezza.   Il terzo uomo, araldicamente privo di contea, si chiamaMarchionne, amministratore delegato FIAT: e due contia vantaggio dei propri padroni e di se stesso li sa farecon tutta l’indispensabile disinvoltura casual. A me, che sonoanche meno ricco dell’ultimo dei suoi domestici, procuraun notevole fastidio perché 1) da supermanager un po’ troppo sbrigativo troppo sbrigativamente cambia gioco; 2) all’altezzadel ruolo che occupa dovrebbe mentire con maggiore accortezza;3) eviti poi di atteggiarsi al contempo da padrone che mordecon mascella di ferro & da storico cinico: almenoal fine di evitare di far ridere i polli, che nella fattispecie sono,siamo il popolo degli incazzati di cui mi pregio di far parte- quando pronuncia con tono da killer, come ha fatto qualchegiorno fa, questa frase che s’è già guadagnato un paragrafettoigneo lapillo nell’Annuario delle carognate da non dimenticare:“Io vivo nell’epoca dopo Cristo; tutto ciò che è avvenuto primadi Cristo non mi riguarda e non mi interessa”. Forse, chi sa, ancheil Benso Camillo se l’avesse udita ne sarebbe rimasto imbarazzato.   Di Cristo, poi, meglio non parlare.

Mario Lunetta:  4 poesie par délicatesse
20 giugno 010
· Opzione deviata  Le mie furbizie credo siano rimaste tutte nel ventre di mia madretenerissima donna piena di timori e tremori timidezze labilitàquando sono venuto al mondo come si dice in cerca di chissà cosachissà con quali pretese  Ora so soltanto che a costruirmi

tutte le mie ingenuità ho fatto una fatica mostruosa e tuttavianon me ne pento.  Le mie difese cedono un giorno dopo l’altroed è sempre più chiaro che solo le eccedenze hanno un sensoTutto ciò che si risparmia è qualcosa di non esperito qualcosadi non vissuto  La verità o ciò che così viene denominatonon è l’opposto della menzogna ma una sua opzione deviataun suo irrealizzato desiderio  Ecco perché tentare di definireesattamente il proprio profilo è come insultare lo sciroccofare linguacce agli acquitrini  Non ho paura di niente se nondi me stesso della mia immaginazione troppo povera stentapiena di rumori non decifrati  Sento che i miei occhi sonosempre più inadeguati a definire le cose le loro ombre smarriteSento che i volti che ho amato nascondevano una noce radioattivache era la loro luce il loro nulla  E ora non mi resta che tacerecon gli abiti che mi si stringono addosso i capelli che cadonoilluso sotto la pioggia di avere ai piedi una coppia di pattini alati

19 giugno 010  
· Unica certezza
  Questo è un tagliacarte, quello è un bazooka. Unica certezzanell’oceano del plausibile: tra un minuto e il successivo possono passare anche diverse ore, talora interi millennisgretolati in polvere oscura. Dipende dalla pazienza di chi attende (se ha voglia di attendere), dal calcolodelle probabilità, dalla meteorologia, dalla quantità di ciboingerita e dalla musica di Cage: e non sono che esempidisperatamente approssimativi.   Il silenzio, che è poi in realtà soprattutto una suggestione,può contenere quantità smisurate di immondizia che fanno murocontro i soprassalti della memoria – mentre tutto si altera,fa le fusa il bicchiere di vetro smaltato coi colori di Mondrian,la fanciulla di ceramica abbassa gli occhi sculettando, la vita interasi svena in un ghigno, tutto resta comunque immutato dentro o fuorila vasca sporca del tramonto, qui, davanti ai miei piedi, dietrola mia nuca di cane.     Unica certezza: tutto questo bianco finirà in rosso sangue.30 marzo 010
Mario Lunetta:  4 poesie par délicatesse


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