Questa
Costituzione, come le precedenti, stabilisce il
tutor della monarchia
sul popolo marocchino. Conosciamo l’argomento noi marocchini.
Il popolo marocchino non è abbastanza maturo per accedere alla democrazia. Ha bisogno
di essere accompagnato verso la terra promessa degli Uomini Liberi,
che è la vera democrazia. Fatto salvo che
accettare questa argomentazione e andare a votare
è un contradditorio. Chiedete ad un minore se ha bisogno di un tutore? Non è contradditorio
giudicare un popolo incapace di scegliere,
di controllare e di sanzionare i veri depositari del potere, e chiedergli nello stesso tempo di pronunciarsi
su di un documento tanto vitale quale è la Costituzione? L’argomento più serio in favore di questa Costituzione è quello del
gradualità. Secondo questa argomentazione, la nuova Costituzione è un primo passo verso un
sistema democratico a venire. Il testo risponderà ad una volontà di cambiamento in “
dolcezza” ed eviterà un cambiamento troppo brusco in grado di
destabilizzare il paese.
Seducente in apparenza, questo argomento
non regge per diversi motivi. Se la condizione principale per redigere dei cambiamenti costituzionali
è di farli in un atmosfera pacifica e ragionata, chi ci garantisce che avremo in avvenire
queste condizioni cosi’ ragionate, con un movimento pacifico e articolato che farà evolvere le istituzioni del paese verso una democrazia maggiore? Tutto questo presuppone che
i detentori del potere, la monarchia e il suo reseaux di interessi politici ed economici,
abbandoneranno le loro prerogative, per volontà democratica, senza obblighi esterni.
E’ una visione per lo meno naïf della politica marocchina. In primis,
non è sotto la spinta delle rivoluzioni tunisine e egiziane e
la mobilizzazione popolare intorno al Movimento 20 Febbraio , che la monarchia ha acconsentito allo sviluppo del processo di riforme costituzionali?
Quale genere di crisi dovremo attendere perchè
i detentori dell’autorità siano cosi’ deboli da accettare di cambiare la Costituzione?
Non è questo giocare con la stabilità del paese? Infine, ammettiamo che il popolo sia minorenne,
chi è il tutore ? E’ qualificato per farsi carico, senza rispondere dei suoi atti
, dell’avvenire di un popolo? Questo tutore,
questa élite del potere, ci ha regalato
una crescita economica che non ha nulla da invidiare ai regimi di
Ben Ali e di Moubarak.
Questo tutore ha lasciato che la corruzione corrodesse sempre più lo Stato. Questa élite al potere si è arrichità sviluppando le sue prerogative politiche nell’economia del paese. Sotto l’egida di questo tutore,
la situazione della libertà di stampa è a rischio oggi come
lo è stata nel 1999. Hanno abusato degli strumenti dello Stato per fare
della dissidenza la tara di questo tutore. Si è
torturato ferocemente sotto l’autorità di questo tutore.
L’amministrazione fiscale è diventata uno strumento di repressione dei refrattari al governo di questo regime. Questo tutore
è qualificato perchè gli venga accordato i poteri religiosi esorbitanti che questa Costituzione gli propone? Quelli che sperano che non abuserà
hanno già dato la loro risposta: la campagna in favore del
Si nelle preghiere del venerdi’ e la mobilizzazione della
Tariqa Boutchichiya. E ancora, è bella l’ élite “
religiosa” che sostiene la Costituzione; un consiglio di Oulema che ha sempre preso parte
nel regime e che non ha mai denunciato le sue prevaricazioni.
Predicatori vedettes che autorizzano
il matrimonio di bambine di nove anni (Maghraoui) o ancora
la necrofilia (Zemzami) e in ultimo
Benkirane che ritorna ad essere il t
akfirista che non ha mai smesso di essere.
Che l’Islam sia nella Costituzione è accettabile in quanto è un elemento strutturante della vita di una grande maggioranza di marocchini.
Ma quale insulto per questa bella religione essere presa come pretesto per l’autoritarismo? Bisogna leggere e rileggere questa Costituzione per misurare sino a quale punto questo testo, il nostro contratto sociale, il nostro cemento, il legame che consacra la nostra volontà di vivere insieme,
consacra piuttosto l’autoritarismo. Questo testo riconduce i principi medioevali di una monarchia del
Diritto Divino che regna e governa. La nuova Costituzione parla di un tornaconto.
Ma chi rende i conti? Certo non l’istituzione che controlla direttamente o indirettamente tutte le istituzioni dello Stato :
la monarchia. Ma questo testo non fa altro che consacrare l’autoritarismo:
è disonesto. Rassomiglia a quelle
assicurazioni dell’auto che vi promettono
mari e monti, e nel momento del bisogno, un incidente, vi dicono che
non avete letto bene il testo, in caratteri minuscoli, a fondo pagina. Infatti, leggendo bene,
voi non avete diritto a grandi cose.