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Mary Sue, chi era costei?

Creato il 22 marzo 2011 da Dallenebbiemantovane

Mary Sue, chi era costei?

foto:flickr

Voi lo sapete cos’è un personaggio Mary Sue, o personaggio marysuesco?
Io l’ho scoperto ieri.
O meglio, l’avevo già sentito nominare in recensioni di persone più scafate di me, ma dal contesto avevo desunto fosse semplicemente un modo di dire italiano preso da qualche canzone o da un romanzo rosa: il senso generale, per me, era quello di personaggio sdolcinato, che annoia.

Il concetto è un po’ più complicato; è stato inventato nel 1973 dall’autrice di fanfiction Paula Smith in un racconto parodistico, A Trekkie's Tale, il cui personaggio principale era appunto il Luogotenente Mary Sue. Era una parodia dei personaggi delle fanta-fiction su Star Trek scritte in quel periodo, irrealistiche materializzazioni di desideri adolescenziali.

Chi voglia approfondire lo troverà, illustrato benissimo, su Wikipedia, e volendo potrà fare il test originale americano per scoprire se si è data vita a un Mostro. Io naturalmente, data la mia ben nota pigrizia, ho immediatamente scaricato la versione italiana del test.
Il risultato (fatto sul poliziotto protagonista del mio romanzo) è rassicurante: all’inizio ho totalizzato 8 punti e il commento: -Sue. Il tuo personaggio è la perfetta antitesi di un Mary-Sue. Sei sicuro di aver fatto il test? 
Perplessa, l’ho rifatto con maggior accuratezza con il metodo di quando da bambina andavo a confessarmi e, siccome già allora ero molto astuta / molto stupida, e i peccati realmente commessi non mi venivano in mente, ne inventavo o ricordavo lì per lì, selezionando i più innocui, a parte che con quel prete là probabilmente avrei potuto risvegliare il suo interesse solo con gli Atti Impuri, per i quali non ero abbastanza precoce, nel senso che tra essi e l’epoca in cui mi confessavo non c’è stata la minima coincidenza.
Così ho totalizzato 22 e la diagnosi: Quasi-Sue. Sei sulla buona strada per fare un personaggio originale. Lavora ancora un po' sui dettagli. Buon lavoro.

Divertente, no? La cosa meno divertente è che non puoi applicare il test a qualsiasi personaggio letterario, ma solo a quelli che hai creato tu o qualcuno di cui conosci la biografia in profondità, perché il punteggio deriva da molti parametri (nome, professione, poteri paranormali...) e solo il creatore sa se ha attribuito al personaggio qualità sue, vere o immaginarie.

Tornando a noi, in estrema sintesi il personaggio Mary Sue (o in alternativa Gary Stue, per essere precisini nel designare un tale personaggio di sesso maschile, contrapposto a uno femminile nello stesso romanzo) si riconosce subito in quanto dotato di insopportabile bontà, bellezza, fortuna, superpoteri e/o virtù.
Purtroppo è stato così creato dal suo autore 1) nella convinzione di renderlo simpatico ai lettori; 2) per fornire al mondo crudele una versione reale o – di solito – depurata da ogni scoria di sé stesso.
Il problema è che il personaggio Mary Sue è come un boomerang: più lo rendi perfetto e imperfettibile, più lui si vendica facendosi odiare dai lettori.

Avete presente quel prurito di origine sconosciuta che vi ha preso quando avete letto, per esempio, la trilogia del sergente Lloyd Hopkins di Ellroy? O i gialli di Liza Marklund con la giornalista Annika Bengzon come protagonista? Ecco.
Potrei citare mille altri esempi, ma il fastidio che i personaggi Mary Sue ci causano è sempre lo stesso, e deriva non tanto dall’impossibilità (a meno di essere profondamente ipocriti o, come molte donne, afflitti dalla sindrome del perfezionismo, nel qual caso però di solito ci si autoflagella) di identificarsi con personaggi così divini, quanto dal meccanismo che si prova davanti alla classica Intervista con Modella o con Attrice.

Che cosa risponde, infatti, la Modella strafiga quando la intervistano e le chiedono quali sono i suoi difetti?
“Oooh... il mio difetto è che ho gli occhi grandi ma troppo distanti...”
“Ho le gambe troppo sottili...”
“Sono troppo buona/Ingenua/disponibile e gli altri se ne approfittano!”
“In amore tendo a dare troppo, ma ho deciso di cambiare...”
E via delirando. In realtà se andassero a intervistare il loro coach/ex marito/figlio, si scoprirebbe che la Nostra è un’orrenda arpia avida, sadica e bulimica, ma con un notevole Super Io.


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