ROMA – “Ciò che volevo per l’Italia l’ho detto per le primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco. Non ci possiamo permettere neanche i rimpianti”. Lo scrive su twitter Matteo Renzi, a proposito del suo futuro politico.
Marco Agnoletti, portavoce di Renzi, sempre con un tweet, precisa che la ricostruzione giornalistica, apparsa oggi su un quotidiano, secondo cui il sindaco di Firenze sarebbe pronto a fare il premier, ”non è vera”.
Intanto, in una intervista a La Repubblica, Pier Luigi Bersani spiega il percorso che intende seguire: un “governo di cambiamento”, guidato dal segretario del Pd, con sette-otto punti qualificanti da presentare e con i quali chiedere in Parlamento la fiducia a chi ci sta. Il suo progetto prima sarà al vaglio della Direzione del partito, mercoledì prossimo, e poi sarà illustrato al Capo dello Stato.
Quanto all’ipotesi delle larghe intese, “non esiste e non esisterà mai”, dice Bersani che spiega: “in questi anni, Berlusconi di ‘ore della responsabilità’ ne ha avute a bizzeffe e le ha mancate tutte. La responsabilità lui non la concepisce al di fuori degli interessi suoi e dei suoi”.
Grillo ha detto che sceglierà legge per legge cosa votare: “leggendo la nostra Costituzione -risponde Bersani- votare legge per legge non è sufficiente, perché un governo nasce con un voto di fiducia o non nasce per niente. Ora sta a lui scegliere. Il cambiamento non lo fai con quelli che di una torta si vogliono mangiare solo la ciliegina. Il Paese va governato, non può essere lasciato allo sbando di fronte all’Europa e ai mercati”.
I punti qualificanti del programma di governo di Bersani vedono al primo posto l’Europa: “voglio che il prossimo governo ponga una questione dirimente, di cui ho parlato al telefono con Hollande: l’austerità da sola ci porta al disastro. In sede europea, tutti devono mettersi in testa che il rentro dal debito e dal deficit è un tema va spostato nel medio periodo: ora c’è un’altra urgenza assoluta, il lavoro”, spiega il segretario del Pd.
Subito dopo c’è la questione sociale: “il disagio -sottolinea Bersani- è troppo forte, i comuni devono poter aprire sportelli di sostegno, bisogna sbloccare subito i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali”. Poi c’è il tema della democrazia: il nuovo governo, “immeditameente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti. Che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi”.
“Ciascuno di questi punti si tradurrà in uno specifico disegno di legge. Che giorno dopo giorno farò pubblicare in rete già da giovedì mattina. Questo mi offrirà la gradevole opportunità di rilanciare anche qualche vecchia idea, come la creazione di un ministero per lo Sviluppo sostenibile, visto che l’economia verde deve essere il cuore del governo che ho in testa”, conclude Bersani.
Fonte: Adnkronos