La prima insidia per il governo Renzi potrebbe arrivare dal cosiddetto fuoco amico. Quello del dissidente Pippo Civati, che in vista della fiducia di lunedì al Senato prende esempio da Beppe Grillo e chiede via internet ai militanti se votarla o no. E si spinge oltre, domandando se per il futuro sia meglio rimanere nel Pd, oppure ricostruire la sinistra con altri partiti. Le indiscrezioni parlano di un nuovo gruppo che sta per nascere a Palazzo Madama (dove, lo ricordiamo, i numeri sono incerti): il Nuovo centrosinistra, formato da senatori democratici che non voteranno la fiducia (Tocci, Casson, Mineo), i sette di Sinistra ecologia e libertà, i quattro dissidenti 5stelle più i quattro già usciti e confluiti nel gruppo misto.
A via del Nazareno si respira insomma un’aria ben diversa da quella auspicata dalla vice presidente della Camera, Marina Sereni, che questa mattina poco dopo il giuramento ha apertamente invitato il suo partito a dare al nuovo esecutivo “tutto il sostegno e l’aiuto possibile”. Renzi dovrà poi fare i conti anche con le rivendicazioni degli alleati di Nuovo centrodestra e Per l’Italia, che chiedono garanzie sulla durata dell’esecutivo, oltre che con le opposizioni di 5stelle, Lega, Sel. E Forza Italia, che se fino a ieri prometteva una opposizione “soft”, oggi vede un Berlusconi ribadire: Renzi si ricordi che la madre di tutte le riforme è la modifica del Porcellum. Necessaria perché, scandisce il Cavaliere, la democrazia si ha solo quando c’è un governo eletto dai cittadini.
MC