Il magazine di Jamie Oliver è sbarcato in Italia. Il direttore Maverick Greissing ci ha rilasciato questa intervista in cui spiega obiettivi, contenuti e componenti del team. A lui la parola quindi.
- Perché è stato deciso di pubblicare Jamie in Italia?
La nostra intenzione era quella di pubblicare un vero e proprio magazine lifestyle gastronomico. Quindi non solo ricette, ma anche servizi su appassionati artigiani alimentari, chef emergenti e turismo enogastronomico. Inoltre, l’occasione di collaborare con Jamie Oliver e quindi far parte del network internazionale di edizioni di Jamie e, in un certo senso, completarlo, ci è parsa un’ occasione imperdibile. Sia perché Jamie è una rivista straordinariamente bella, sia perché rappresenta e difende valori gastronomici in cui crediamo.
- A che pubblico si rivolge la rivista Jamie?
A tutti gli amanti delle cose belle della vita e, soprattutto, della buona cucina. Ciò detto, è presumibile che Jamie troverà una sua naturale collocazione, a mio parere alternativa alle tante belle riviste già presenti in Italia, tra quelle persone che, per sintesi, possiamo catalogare come “foodies” e, cioè, quelle persone per cui la buona cucina rappresenta un elemento di stile di vita.
- Quali sono gli obiettivi, che ritorni ci si aspetta?
L’obiettivo primario è offrire contenuti interessanti e praticabili con il valore aggiunto di un’esperienza di lettura gratificante con articoli godibili e fotografie emozionanti. Esattamente come i migliori libri di cucina. Pensiamo che questo ci consentirà di posizionarci tra i migliori. L’accoglienza è stata straordinaria e l’entusiasmo dei lettori ci fa ben sperare. Vedremo.
- Quanto contenuto è tratto dal magazine internazionale e quanto è prodotto in Italia?
Dipenderà e varierà di mese in mese, a seconda di quello che vogliamo raccontare. Sarà in ogni caso divertente e gratificante lavorare a servizi che saranno pubblicati non solo dalla nostra edizione ma anche dalle altre edizioni di Jamie in UK, Francia, Olanda, Germania, Estonia, Russia, Turchia e Portogallo.
- Jamie si basa anche su un concetto di cucina sana che in Italia è già presente per cui continuerà su questa linea o in Italia avrà concetti anche diversi?
La cucina sana è uno dei valori che citavo precedentemente e non c’è motivo per introdurre concetti diversi. Questi valori vanno poi difesi con i fatti e non solo a parole e Jamie è l’unico mensile gastronomico Italiano con una lista – piuttosto lunga – di marchi che, anche volendo, non potranno acquistare spazi pubblicitari. Ciò detto il nostro obiettivo – che si tratti di ricette della cucina Italiana o ricette, che so, Brasiliane – è regalare al lettore un’esperienza di lettura realmente appagante, con una prosa coinvolgente e un’iconografia emozionante.
- Quante persone ci sono in redazione? Blogger o giornalisti? Come sono stati scelti?
Nessuno è stato scelto per appartenenza a questa o quella categoria ma, semmai, per passione e competenza. Oltre al sottoscritto in redazione c’è Francesca Sponchia e Paola Lambardi ma anche un gruppo allargato di appassionati e collaboratori competenti: Jasmine Gueta, Elisabetta Ferrari, Ilaria Mazzarotta, Claudia Minnella, Mariachiara Montera, Monica Papagna, Chiara Santamaria, e Carlo Spinelli con la sua rubrica di perle di cultura gastronimca. C’è anche un contributo straordinario della mia futura moglie, Paola Matera e dei miei soci, Stefania e Fortunato Mercuri e Giorgio Cattaneo, senza i quali Jamie sarebbe rimasto solo un sogno nel cassetto. Tutta la squadra lavorerà per scovare di mese in mese chef con storie interessanti e gustose ricette da condividere con noi e i nostri lettori.
- Altri progetti paralleli alla rivista?
Uno speciale, che uscirà a fine anno. E poi svilupperemo il nostro sito (www.jamiemagazine.it) e i nostri canali su Facebook (www.facebook.com/JamieMagazineItalia ) e Twitter (@jamiemagazineIT). Cucineremo, mangeremo e ci divertiremo!