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Melancholia

Creato il 23 ottobre 2011 da Giuseppe Armellini
MelancholiaNon importa se sia quella che precede un bacio.Non importa se sia quella di trovare l'amore.
Non importa se sia quella di aspettare la Fine.
Perchè l'Attesa, quasi per definizione, è sempre estenuante, interminabile, infinita. Che duri pochi secondi, lunghe ore o una vita intera non importa: che preceda un momento meraviglioso o un' immane tragedia  non importa, l' Attesa ti uccide sempre e comunque.
Von Trier non ci parla della Fine ma dell' Attesa della Fine.
Melancholia finisce dove di solito tutti gli altri film catastrofici iniziano.
Melancholia racconta l'apnea, non il momento in cui si affoga.
Perchè, e Von Trier lo sa, l' Uomo non ha tanto paura della morte quanto del saper di dover morire.
Si parte con un prologo in cui per la seconda volta (dopo Antichrist) il regista danese ha il coraggio di sfidare la perfezione, la maestria di regalare poesia alla morte, bellezza al terribile.Ma è solo un momento, le immagini festose di un matrimonio da favola sostituiscono quelle terribilmente evocative del prologo.Ma è solo un momento perchè in quel matrimonio festoso non c'è niente da festeggiare. Perchè è la Depressione l'invitata principale. Perchè come La Maschera Rossa di Edgar Allan Poe la Depressione alla fine entra nella festa ed è lei l'unica a ballare. Quella Depressione ha un nome, Justine, la sposa.E Justine non ce la fa più a veder facce felici, non ce la fa più a pensare al suo lavoro, non ce la fa più a credere in un matrimonio che sta appena cominciando. Justine ha visto Melancholia, piccola piccola, ancora lontanissima. E Justine è attratta da lei, ancora non sa perchè, o forse lo sa, perchè il depresso non attende la fine ma la brama, la desidera e se non ha il coraggio di raggiungerla da solo è ben felice che arrivi in altri modi.
Con un pianeta che si schianterà sulla Terra ad esempio.
Da quel momento per Justine l'unica cosa che conta è l'arrivo di Melancholia. Perchè "la Terra è cattiva e nessuno ne sentirà la mancanza" dice. Justine, perchè vuoi rendere universale il tuo pensiero? Perchè hai l'arroganza di credere che se tu stai male è giusto che tutti debbano essere contenti  di morire? Claire, tua sorella, ad esempio, non vuole morire. Per lei l'attesa è snervante come quella di Justine ma sostituisce la paura al desiderio, la disperazione all'esaltazione. Già è difficile, quasi impossibile farsene una ragione. Se poi tua sorella, una che sa che i fagioli sono 678, una che ti dice che sono 678 in un momento come questo in cui credere a qualsiasi cosa è facilissimo perchè il tuo cervello non ha più nè la forza nè l'obbligo di funzionare, se tua sorella ti dice anche che l'unica vita è questa, che non c'è niente oltre l'esistenza che viviamo su questo pianeta, come puoi non credergli? E di conseguenza come fai ad andare avanti, a passare gli ultimi interminabili minuti? E' incredibile come si possa aggiungere disperazione a una disperazione già arrivata al massimo.
E poi, non dimentichiamolo, c'è anche tuo figlio. Devastante la sua figura, quella di un ragazzino che dorme, chiede e gioca mentre l'inevitabile si sta sempre più avvicinando. Se Justine rappresenta il desiderio e Claire il terrore lui è senz'altro l'ignoranza. Beata ignoranza.
E così tra scene magnifiche (come quelle con il fil di ferro) e una sensazione di terrore, quasi autentico, impossibilmente possibile, provata raramente davanti alla visione di un film, arriviamo alla fine.
Von Trier non conosce la speranza, non l'ha mai conosciuta in nessuno dei suoi film. E' sadico, cattivo, e terribilmente coerente nella sua "missione". Gli piace prendere il nostro cuore e strapparcelo di dosso, sbatterci in faccia il suo tremendo realismo e non lasciarci margini di redenzione, nessuna via d'uscita.
Anzi no, questa volta la speranza ce la regala. In una scena che apre con prepotenza la porta della storia del cinema Lars per una volta ci viene incontro. La speranza c'è. E' una grotta magica. Sono 7,8 bastoni intrecciati tra loro. E non è una presa in giro. Perchè in quei momenti puoi credere a tutto. E non c'è niente di più bello che credere alla vita con la morte in faccia.
Poi, PUM, è tutto finito.
( voto 9.5 )

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