Debbo dire che mi spiace che il Governo abbia abrogato le norme sulle centrali nucleari. E questo perché ancora una volta l’Italia ha mostrato debolezza e incapacità di pensiero autonomo rispetto al resto del mondo. È stato sufficiente uno Tsunami in Giappone per rivedere un programma che avrebbe portato solo vantaggi al nostro paese. Vorrà dire che continueremo ad acquistare l’energia elettrica dalla Francia e continueremo a inquinare l’aria con le centrali a carbone. Evidentemente i cosiddetti «verdi» sono contenti così, non esistendo allo stato attuale una valida alternativa pulita all’energia atomica.
La sinistra intanto si straccia le proverbiali vesti, perché – per dirla con Bersani, uno di cui ci si ricorderà in futuro per quello che non ha mai fatto – questo decreto ha «scippato gli italiani» del referendum sull’energia atomica. Già, è vero, ma che senso ha un referendum deciso sull’onda emotiva di Fukushima? Nessun senso. Su certi argomenti – e la sinistra dovrebbe saperlo bene, visto che si vanta tanto di essere il «cervello» della nazione – non si può ragionare con la pancia, ma con la mente. E allora? Allora, ha fatto bene il Governo ad abrogare le norme, se poi gli italiani anziché esprimere un’opinione con la materia grigia, l’avessero espressa con le balle propinateci dai giornali di sinistra. Avremmo perso un’occasione per sempre. E invece con l’abrogazione, abbiamo tempo di riflettere sull’argomento e di valutare con maggiore ponderatezza i pro e i contro di un progetto complesso e delicato.
Ma il decreto Omnibus contiene pure altro. Ha approvato anche un ulteriore finanziamento alla Cultura. Il Governo ha stanziato circa 236 milioni di euro, di cui 80 solamente per la manutenzione dei beni di interesse pubblico. Questo denaro si aggiunge a quelli già stanziati nel bilancio, e dunque sono un di più, seppure personalmente ho storto il naso quando ho letto che l’abrogazione dell’aumento di un euro sui biglietti dei cinema verrà compensato con un aumento delle accise sulla benzina. La quale – sappiamo – ha già un costo insostenibile, e che ora verrà ancor più aumentata, perché nessuno – dai petrolieri al benzinaio sotto casa – vorrà rinunciare al proprio margine di guadagno per far posto alle accise aumentate dal Governo. La conseguenza sarà un aumento generale dei costi di trasporto, che seppure poco sensibile, comunque inciderà notevolmente sul bilancio delle famiglie.
Inoltre, viene ampliato l’ambito di operatività della Cassa Depositi e Prestiti. Secondo le nuove norme, l’istituto potrà partecipare al capitale di aziende che sono ritenute strategiche nei rispettivi settori di riferimento. In parole povere le norme in questione eviteranno che queste aziende possano fallire o cadere in mani straniere a prezzi stracciati, là dove si trovassero in difficoltà. Ovviamente, la norma non apre al «salvataggio» delle cosiddette aziende decotte, perché le disposizioni in questione pongono una serie di condizioni tra cui l’equilibrio finanziario e concrete prospettive di redditività. Senza una positiva valutazione di questi elementi, non vi sarà possibilità per queste aziende di ottenere il soccorso della Cassa Depositi e Prestiti.
Infine, viene riconfermato ancora una volta il divieto per le società televisive che operano a livello nazionale di partecipare ad aziende di edizione di giornali quotidiani e che in base al SIC (Sistema integrato delle comunicazioni) hanno conseguito ricavi superiori al 8%. Il divieto si estende anche alle aziende i cui ricavi nelle comunicazioni informatiche sono superiori al 40% dei ricavi complessivi del settore. Il divieto opererà fino al 31 dicembre 2012.
Insomma, vista così, si potrebbe davvero dire che mentre Bersani parla di aria fritta, riempiendosi la bocca con la parola trita e ritrita «lavoro», quasi fosse un mantra da aleggiare a ogni piè sospinto, e crede sul serio che le amministrative siano state vinte dal PD e dalla sinistra (non vede, il segretario del PD, che il suo partito ha letteralmente perso: i candidati che fronteggeranno il PDL a Napoli e Milano non sono stati scelti da lui e dalla sua segreteria), il Governo lavora e manda avanti la carretta, preparando il terreno per la riforma tributaria. Non so fino a che punto i milanesi e i napoletani coglieranno questo messaggio positivo e di concretezza; le alternative, a livello locale, sono la moschea a Milano, il registro delle unioni civili, i centri sociali e probabilmente la monnezza a Napoli che ristagnerà per i prossimi cinque anni…
Autore: Martino » Articoli 1445 | Commenti: 2438
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