Lo scorso ottobre è stato presentato al SAIE 2014 il rapporto sul Sistema delle Costruzioni in Italia, realizzato da Federcostruzioni che formula alcune previsioni per il mercato dell’edilizia nel 2015. E purtroppo le notizie continuano a non essere positive. Anzi, lo stesso presidente di Federcostruzioni, Rodolfo Girardi parla di un aggravamento della crisi produttiva delle costruzioni, “che ha raggiunto i terribili valori negativi testimoniati dal Rapporto 2014″.
Il rapporto sul Sistema delle Costruzioni in Italia 2014 è un documento ponderoso, che analizza nel dettaglio la filiera nel suo complesso e i singoli comparti con dovizia di dati, tabelle e confronti (vetro, calcestruzzo, acciaio, movimento terra, impianti, ecc.).
Torneremo nei prossimi giorni con dei focus mirati sui singoli settori produttivi, ma oggi vogliamo fornire ai lettori solo alcune informazioni base che danno un’idea complessiva della situazione.
Se la produzione del settore delle costruzioni aveva registrato un -5,5% nel 2013, la previsione per il 2014 è ancora preceduta dal segno “meno” con un -2,2%. E per il 2015? Ancora outlook negativo, come direbbero le Agenzie di rating. Federcostruzioni stima per l’anno venturo un ulteriore decremento del -1,5%.
Se andiamo a considerare poi gli ultimi 5 anni, con il 2014 la produzione complessiva della filiera delle costruzioni ha perduto oltre il 25% e per l’anno prossimo si prevede una perdita complessiva dal 2009 che raggiungerà la cifra record di -27,1%.
“Si tratta di una caduta produttiva di ragguardevole entità“, si legge nel rapporto di Federcostruzioni. “Il recupero può essere definito solamente di lungo periodo” … come un reduce da una guerra devastante che impiegherà del tempo a liberarsi delle ferite fisiche e dei suoi fantasmi, prima di tornare alla vita nuovamente.
I grafici riportati qui sotto e tratti dal Rapporto 2014 spiegano meglio di mille parole quanto appena detto.
Mercato edilizia 2015. Filiera delle costruzioni: produzione complessiva. Andamento e previsioni 2014 e 2015 (variazioni % annue in termini reali). Fonte Federcostruzioni
Mercato edilizia 2015. Filiera delle costruzioni: produzione complessiva. Andamento e previsioni 2014 e 2015 (variazioni % annue in termini reali comulate). In rosso è evidenziata la linea di tendenza della produzione complessiva in termini reali. Fonte Federcostruzioni
I settori della filiera: una forchetta da 20 punti
Se allarghiamo l’analisi ai singoli comparti, notiamo che non tutti i settori sono stati ugualmente colpiti dalla crisi.
Per esempio, chi è riuscito a contenere i danni è, per esempio, l’area delle tecnologie meccaniche per l’edilizia (impianti, macchine e apparecchiature) che segnano un discreto (si fa per dire) -1,2%. Dall’altro lato della forchetta, con perdite del 20%, stanno le macchine per il movimento terra, le macchine per l’edilizia e per il cantiere.
E in mezzo?
Il rapporto evidenzia perdite significative in quasi tutti i settori, soprattutto quelle che hanno nel mercato nazionale interno il principale sbocco di vendita dei propri prodotti e servizi.
1. Settore dei laterizi: -15,2%
2. Settore del cemento e del calcestruzzo armato: -14,0%
3. Prodotti vetrari: -11,5%
4. Impiantistica elettrica per le costruzioni: -10,5%
5. Distribuzione commerciale prodotti edili: -8,8%
“Solamente i settori con una forte propensione all’esportazione“, evidenzia il Rapport, “manifestano delle dinamiche meno negative nel 2013″. Si badi bene: meno negative, non positive.
Come abbiamo visto, infatti, le previsioni di chiusura del 2014 e per il 2015 “permangono ancora improntate al pessimismo”. Fondamentalmente perché dal 2008 a oggi, qualsiasi sia stata la proiezione di crescita è stata sempre smentita e perché tutte le misure messe in campo dai vari Governi che si sono succeduti dal 2011 a oggi (i vari “Salva”, “Cresci”, “Semplifica”, “Sblocca” Italia et similia) non hanno portato a nessun reale e significativo rilancio del settore delle costruzioni.
Ma è tutto da buttare?
No, per fortuna no. In questo bollettino di guerra c’è anche un aspetto positivo, basato su un ritorno di crescita moderata o di stazionarietà per i comparti a forte propensione esportatrice (tecnologie meccaniche per le costruzioni, prodotti e sanitari in ceramica, metalli per le costruzioni).
Ma perché non ci abituiamo troppo alle “belle” notizie, il Rapporto ci trascina subito sulla terra a confrontarci con la dura realtà. Anche sui mercati esteri, infatti, “cominciano a nutrirsi forti perplessità circa la tenuta” …
Uno sguardo ai professionisti tecnici
In questo quadro fosco, si conferma la necessità di una evoluzione della figura del professionista tecnico: l’Ingegnere o l’Architetto italiano deve internazionalizzarsi (e su questo punto invitiamo a leggere l’intervista al vertice dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, realizzata pochi giorni fa).
“Il settore dei servizi di ingegneria e architettura“, si legge nel Rapporto di Federcostruzioni, “prevede per il 2014 un’accentuazione della flessione produttiva“. Flessione di circa 1,5 punti percentuali rispetto al 2013.
Ma oltre al dato, il documento fornisce anche un’analisi del “perché” questo avviene: una perdita di competitività sui mercati internazionali per l’eccessiva frammentazione della struttura produttiva basata in larga misura su singoli professionisti.