A diciannove anni Irma Voth vive in una comunità mennonita nella regione semi desertica del Chihuahua messicano. Sono passati sei anni da quando la sua famiglia ha lasciato il Canada per sfuggire agli occhi indiscreti del governo e preservare la propria libertà religiosa, ma a Irma manca ancora la sua piccola città canadese. Le manca il freddo, ma non solo quello.
La vita in Messico non è facile, anzi. Irma si ritrova abbandonata dal giovane marito che l’ha lasciata per perseguire una vita di spaccio invece che lavorare nella fattoria della sua famiglia.
Ora suo padre l’ha relegata in un casolare ai margini della comunità e tutto sembra crollare, ma le cose cambiano per Irma solo quando nella casa vuota accanto alla sua arriva una troupe cinematografica a fare un film sulla comunità mennonita gettando inevitabilmente lo scompiglio…
Quando Miriam Toews sembra parlare del presente, ci porta lontano. La sua è una voce eccentrica, ma autentica, discorde, insolita. Non la afferriamo mai, perché abita altrove, anche quando pare soffrire e lacrimare davanti ai nostri occhi. Commuove e diverte (con un umorismo tagliente e spesso cupo) allo stesso tempo e scrive in un modo straordinariamente fresco parlando di felicità tortuose o di esistenze al limite con grande umanità e intensità emotiva.
Una scrittrice importante e ricca.
Miriam Toews
Mi chiamo Irma Voth
(traduzione di Daniele Benati)
Marcos y Marcos
2012