di Silvano Agosti. Molti mi chiedono cosa penso e come valuto l’importanza politica assunta recentemente dal movimento cinque stelle di Beppe Grillo. Ora cercherò di comunicare quello che direi a Beppe Grillo se mi chiedesse un parere sulla sua situazione. Mi piacerebbe tanto che Beppe decidesse, come del resto sembra essere sua intenzione, di non candidarsi mai ad alcun ruolo politico ufficiale tipo “Presidente”, “Leader di movimento”, “Segretario”, “Onorevole” etc. Troverei straordinario che si continuasse ad organizzare delle forti strutture di base, agganciate con ampi strati della popolazione, da consultare in modo permanente sul da farsi per quanto riguarda le grandi decisioni. Procurerebbe gioia che la finalità principale del movimento Cinquestelle fosse e rimanesse “il benessere di tutti e la difesa della dignità di ognuno". Caro Beppe, se a capo del movimento c’è infatti il movimento stesso, magari con allargamento continuo della base popolare consultata via internet, è difficile per qualsiasi potere decapitarlo. Se invece si cade nella trappola di una popolarizzazione esaltata del singolo fino a farlo diventare il solo leader, simbolo vivente del movimento Cinquestelle, allora basterà eliminarlo per spegnere la bella luce che tu e tutti i tuoi compagni avete acceso. Insomma, la sola proposta che ti faccio è ampliare la serie di “mailing list” di persone che vogliono contribuire al reale miglioramento della realtà sociale, lunghe mailing list relative ai vari settori in cui vi troverete ad operare sul territorio in modo che la consultazione sia quasi immediata e potente nel numero dei partecipanti. Una sorta di scudo umano potente per difendersi da ogni attacco. Inoltre c’è un altro tranello micidiale: la tentazione di esaurire le proprie energie attaccando il sistema nelle sue contraddizioni e fragilità. Ogni sistema è pronto a difendersi da qualsiasi attacco, ma non è per niente in grado di affrontare chi semplicemente si muove a fianco della vita. La forza del potere consiste nel riuscire ad impedire a tutti di “vivere” per riuscire a imprigionare la presenza umana sul pianeta nella sola esistenza. Quindi affiancarsi alla vita significa per certi versi ottenere la massima potenza creativa di un modo nuovo di concepire e organizzare la presenza umana su questo pianeta. Ma cosa si intende per “vivere” oltre all’esistere? Vediamo un po’. A questo proposito riporto un breve passaggio tratto dal mio libro 'Lettere dalla Kirghisia'. “Per poter veramente “vivere” e funzionare bene il corpo umano deve innanzitutto poter e saper dormire, il che non significa solo andarsene a letto e chiudere gli occhi. Esiste una vera e propria cultura del sonno. Dopo aver dormito bene, ogni essere umano deve poter e saper mangiare, evitando di introdurre nell’organismo qualsiasi sostanza estranea ai suoi reali bisogni. Poi deve poter e saper lavorare, ma, come ormai qui da noi in Kirghisia tutti fanno, lavorare il meno possibile, comunque non più di tre ore al giorno (a pieno stipendio) che garantiscono piena occupazione per tutti e la massima produttività. Ogni giorno deve poter e saper imparare, qualsiasi cosa, ma sempre collegata al desiderio di conoscere, come nutrimento della personalità. Deve saper dare, perché dare non è solo uno dei massimi piaceri ma anche un meccanismo di rinnovamento del pensiero e della personalità. Poi deve poter e saper creare, lasciando una traccia di sé e della propria unicità. Deve poter e saper amare, poter e saper fare l’amore, arte qui da noi prima affidata al caso e conosciuta solo superficialmente come nel resto del mondo, ora divenuta qui in Kirghisia materia di dialogo e di conoscenza. Infine è fondamentale saper vedere quel velo di mistero che ricopre ogni cosa. Ovvero saper guardare gli oggetti e le persone che ci circondano ogni giorno, come se li vedessimo per la prima volta.” Questi sono dunque gli otto bisogni e desideri naturali che, una volta soddisfatti, garantiscono a chiunque una stabile serenità, quindi un magnifico percorso di vita… La costituzione kirghisa è dunque composta da un solo articolo, facile da ricordare e quindi non scritto. “Al centro di ogni iniziativa, l’attenzione dello Stato e dei cittadini va innanzitutto all’Essere Umano e alle sue naturali necessità.”
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di Silvano Agosti. Molti mi chiedono cosa penso e come valuto l’importanza politica assunta recentemente dal movimento cinque stelle di Beppe Grillo. Ora cercherò di comunicare quello che direi a Beppe Grillo se mi chiedesse un parere sulla sua situazione. Mi piacerebbe tanto che Beppe decidesse, come del resto sembra essere sua intenzione, di non candidarsi mai ad alcun ruolo politico ufficiale tipo “Presidente”, “Leader di movimento”, “Segretario”, “Onorevole” etc. Troverei straordinario che si continuasse ad organizzare delle forti strutture di base, agganciate con ampi strati della popolazione, da consultare in modo permanente sul da farsi per quanto riguarda le grandi decisioni. Procurerebbe gioia che la finalità principale del movimento Cinquestelle fosse e rimanesse “il benessere di tutti e la difesa della dignità di ognuno". Caro Beppe, se a capo del movimento c’è infatti il movimento stesso, magari con allargamento continuo della base popolare consultata via internet, è difficile per qualsiasi potere decapitarlo. Se invece si cade nella trappola di una popolarizzazione esaltata del singolo fino a farlo diventare il solo leader, simbolo vivente del movimento Cinquestelle, allora basterà eliminarlo per spegnere la bella luce che tu e tutti i tuoi compagni avete acceso. Insomma, la sola proposta che ti faccio è ampliare la serie di “mailing list” di persone che vogliono contribuire al reale miglioramento della realtà sociale, lunghe mailing list relative ai vari settori in cui vi troverete ad operare sul territorio in modo che la consultazione sia quasi immediata e potente nel numero dei partecipanti. Una sorta di scudo umano potente per difendersi da ogni attacco. Inoltre c’è un altro tranello micidiale: la tentazione di esaurire le proprie energie attaccando il sistema nelle sue contraddizioni e fragilità. Ogni sistema è pronto a difendersi da qualsiasi attacco, ma non è per niente in grado di affrontare chi semplicemente si muove a fianco della vita. La forza del potere consiste nel riuscire ad impedire a tutti di “vivere” per riuscire a imprigionare la presenza umana sul pianeta nella sola esistenza. Quindi affiancarsi alla vita significa per certi versi ottenere la massima potenza creativa di un modo nuovo di concepire e organizzare la presenza umana su questo pianeta. Ma cosa si intende per “vivere” oltre all’esistere? Vediamo un po’. A questo proposito riporto un breve passaggio tratto dal mio libro 'Lettere dalla Kirghisia'. “Per poter veramente “vivere” e funzionare bene il corpo umano deve innanzitutto poter e saper dormire, il che non significa solo andarsene a letto e chiudere gli occhi. Esiste una vera e propria cultura del sonno. Dopo aver dormito bene, ogni essere umano deve poter e saper mangiare, evitando di introdurre nell’organismo qualsiasi sostanza estranea ai suoi reali bisogni. Poi deve poter e saper lavorare, ma, come ormai qui da noi in Kirghisia tutti fanno, lavorare il meno possibile, comunque non più di tre ore al giorno (a pieno stipendio) che garantiscono piena occupazione per tutti e la massima produttività. Ogni giorno deve poter e saper imparare, qualsiasi cosa, ma sempre collegata al desiderio di conoscere, come nutrimento della personalità. Deve saper dare, perché dare non è solo uno dei massimi piaceri ma anche un meccanismo di rinnovamento del pensiero e della personalità. Poi deve poter e saper creare, lasciando una traccia di sé e della propria unicità. Deve poter e saper amare, poter e saper fare l’amore, arte qui da noi prima affidata al caso e conosciuta solo superficialmente come nel resto del mondo, ora divenuta qui in Kirghisia materia di dialogo e di conoscenza. Infine è fondamentale saper vedere quel velo di mistero che ricopre ogni cosa. Ovvero saper guardare gli oggetti e le persone che ci circondano ogni giorno, come se li vedessimo per la prima volta.” Questi sono dunque gli otto bisogni e desideri naturali che, una volta soddisfatti, garantiscono a chiunque una stabile serenità, quindi un magnifico percorso di vita… La costituzione kirghisa è dunque composta da un solo articolo, facile da ricordare e quindi non scritto. “Al centro di ogni iniziativa, l’attenzione dello Stato e dei cittadini va innanzitutto all’Essere Umano e alle sue naturali necessità.”
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