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Mi si nota di più se faccio il filo-palestinese o se faccio il filo-israeliano?

Creato il 02 giugno 2010 da Demopazzia

Quando si tratta di scrivere o parlare di Israele e Palestina in molti rinunciano al sano esercizio del dubbio e si limitano a replicare le posizioni degli schieramenti in conflitto dimostrando con i mezzi che gli sono più familiari la propria appartenenza. Così  c’è chi titola a tutta pagina “Hanno fatto bene a sparare” e c’è chi va a manifestare al ghetto ebraico di Roma. Ci deve essere da qualche parte un interruttore che si spegne quando ci si trova a commentare notizie provenienti da Gerusalemme o Tel Aviv se anche blogger e giornalisti non riescono a fare a meno, con le loro parole, di riprodurre la guerra. Ci deve essere un gigantesco gorgo che risucchia parole e argomentazioni se tutto quello che si riesce a scrivere sono “legittima difesa” e “non c’era altra scelta”. Legittima difesa e assenza di scelta sono le due motivazioni con cui tutti i peggiori regimi della storia hanno giustificato massacri, stermini, genocidi. Senza voler per questo paragonare Israele ad uno di questi regimi, stessi scrivendo in difesa dell’operato dell’esercito e del governo israeliano utilizzerei altri argomenti. Ma è anche probabile che non ce ne siano di altri argomenti e che l’unico modo di non mettere in dubbio le proprie certezze ed il solito procedere delle cose porti anche i più arguti a tapparsi gli occhi pur di non vedere tutte le altre scelte possibili. Per tapparli anche a chi legge spesso troverete foto di bambini. Quelli di Gaza uccisi dai bombardamenti israeliani. Oppure quelli, sempre palestinesi, con i cinturoni di dinamite e i lanciarazzi. Dipende dove capitate. In entrambi i casi quei bambini sono vittime di quelli che non vedono altra scelta che la “legittima difesa” a suon di bombe, fucili, aerei e non si peritano a scriverlo, non potendo dare una mano in un altro modo. Se proverete a mettere in dubbio il dogma della legittima difesa e dell’assenza di scelta vi chiederanno probabilmente di entrare nel merito. Se proverete ad entrare nel merito tornerete a sentirvi obiettare la legittima difesa e l’assenza della scelta. Se provate a condannare il comportamento criminale di Hamas vi daranno del fascista. Se provare a criticare lo sterminio di palestinesi ad opera del governo di Israele vi daranno dell’antisemita. Con parole più o meno raffinate ovviamente. Per esempio vi diranno che gli ebrei vi piacciono solo da vittime. Cosi, per restare nel merito. Per il gusto della discussione.


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