Teoria e applicazione sono in un rapporto dinamico-dialettico come fantasia e rigore: il rigore, senza la fantasia, è un ingranaggio che continua a girare senza mai produrre nulla di nuovo, ma la fantasia senza il rigore non è altro che una marmellata sparsa senza una forma, un progetto, una direzione. Ugualmente, la teoria senza un dispositivo che, prima o poi, la traduca in azione rimane lodevole, ammirevole ma perfettamente inutile… Ciò che ho scritto in chiusa al mio commento è un invito a cominciare a comunicare, proporre, confrontarci, fra noi che, come giustamente Lei ha detto, siamo “lo specchio dell’altra faccia della società, quella che pulsa, pensa, agisce e parla senza timore a nome di molti altri”. La situazione è di estrema emergenza.
Faccio un esempio in piccolo, per quello che è il mio campo, ma è un esempio che vale come meccanismo generale. Sono musicista da parecchi anni, 20 per l’esattezza, in un gruppo rock cittadino. Ricordo quando a Cremona si stampavano le fanzine (le fanzine a Cremona, ci pensate???), o si allestivano le feste studentesche autorganizzate in città: quando c’era una scena underground indipendente, un sottobosco che cresceva spontaneamente, completamente slegato da quelli che Luca chiama “mecenati, politici illuminati, imprenditori”. e’ stato così fin verso la fine degli anni ’90. Adesso cos’abbiamo? Gruppi e gruppettini che scimmiottano Finley e Blink 182 in piazza Stradivari, Miss e Mister school, e una generazione di giovani che è praticamente paralizzata già solo nel proporre un’idea. Oggi pensiamo sia già una fortuna se si organizza “qualcosa”. E quando si organizza qualcosa, questo avviene se e solo se alle spalle viene posta la coperta delle attività giovanili del Comune. Ricordo quando il Comune aveva indetto un concorso per giovani musicisti underground. Avevo intervistato uno dei membri della giuria, chiedendogli cosa ne pensasse dei Rancid e mi aveva risposto che “sono un’ottimo gruppo ska”. Era questa la preparazione musicale “underground” di quei membri? E in un altro concorso (sempre organizzato dal nostro Comune per gruppi locali), di comune accordo con gli altri membri del nostro gruppo, avevamo provocatoriamente presentato come brano concorrente un vecchio successo degli Strung Out (gruppo di fama mondiale, per chi non sapesse): arrivò quattordicesimo, senza che nessuno l’avesse riconosciuto…
Oggi se vi guardate intorno a Cremona non ci sono più praticamente gruppi musicali, almeno non tra quelli “promossi” dal Comune e dalle sue “politiche giovanili”. La maggior parte dei giovani non è più interessata a creare musica ma solo ad imbastire goffe e sterili imitazioni di quello che proviene dall’esterno. E in questo il Comune e le sue politiche hanno avuto la loro parte di responsabilità. Hanno dato il diserbante ammazzando una scena florida e brulicante che aspetta solo di poter rinascere…
Michele Scolari
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