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Milano: messa interrotta e botte ai fedeli per sostenere l’omosessualità

Creato il 08 giugno 2011 da Uccronline

Milano: messa interrotta e botte ai fedeli per sostenere l’omosessualitàIncursione di antagonisti in una chiesa di Milano durante la messa, per contestare le presunte posizioni in materia di omosessualità del parroco. I fedeli hanno reagito, ne è nato un parapiglia poi la fuga prima dell’arrivo della polizia.

Teatro della bravata, riporta Il Giornale, è la chiesa, strapiena di fedeli, di San Giuseppe Calasanzio. I violenti contestatori, tra un coro da stadio e un altro, dicono che il parroco avrebbe sostenuto che l’omosessualità è una malattia, curabile con colloqui con psicologi.

Una ventina di ragazzi anticlericali, vestiti in maniera “alternativa”, hanno comunque fatto irruzione in chiesa urlando slogan e srotolando uno striscione con su scritto «Padre Alberto, curati tu», gridando «Fuori i preti» e «Chiudete le chiese». I parrocchiani hanno invitato gli scalmanati ad uscire ma essi hanno reagito con energici spintoni. Un giovane cattolico è anche svenuto dalla paura. All’arrivo della polizia i giovani si sono dileguati con esperienza, non prima di aver inneggiato al nuovo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, definito il “liberatore di Milano”. Il sindaco ha espresso comunque ferma condanna per l’episodio. La gente del quartiere si è comunque stretta ancora di più attorno al sacerdote e alla chiesa, dicendo che non c’è mai stato nessun accenno all’omosessualità durante gli incontri al catenchismo e che i bambini sono molto contenti di frequentare l’oratorio. E’ intervenuto anche il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa per la lotta all’intolleranza e alla discriminazione contro i cristiani, il quale ha scritto al ministro dell’Interno Roberto Maroni per segnalare la preoccupazione dell’Osce per quanto accaduto, in quanto «eventi relativamente minuscoli possono ispirarne altri più gravi».

Nessuno sa se il parroco abbia realmente definito “malattia” l’omosessualità. Forse più probabilmente era una scusa per sfogare il proprio odio anticlericale, usando come alibi l’omofobia, che sempre ci sta bene. Tuttavia, che diverse persone siano “uscite” dall’omosessualità (che non è una malattia e quindi non c’è alcuna guarigione) grazie a terapie di psicologi è un dato di fatto e non è possibile negarlo. Ne parlavamo ad esempio in Ultimissima 20/3/11.


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