Barocca ma, al contempo, minimale, in continuo bilico tra decorazioni orientaleggianti ed eleganza dal gusto neoclassico, la visione di Daniele Carlotta per la collezione donna primavera estate 2014 è ricca di contrasti. “Il maschile e il femminile, il fisico e l’astratto e, in questo caso, – sostiene lo stesso designer – la cultura siciliana e quella cinese si incontrano per esaltare l’equilibrio di una femminilità sensuale ma misurata”. Daniele, d’altronde, è il ragazzo dei contrasti. E la sua nuova collezione è il perfetto mix and match di due culture apparentemente tanto distanti. L’ispirazione arriva dalla Palazzina Cinese di Palermo, antica dimora dei Borbone, risalente alla fine del ‘700. I colori sono quelli degli affreschi pompeiani presenti all’interno della tenuta reale palermitana. Una delicata palette che spazia dal rosa all’azzurro, dal bianco al nero, con luminosità improvvise come il giallo intenso o il rosso lacca. La sera, invece, risplende di quello stesso oro che illumina le sfarzose volute delle chiese barocche di Modica, sua città natale, e che ricorda i fregi ornamentali della tradizione cinese.
Carlotta ha scelto di presentare la sua collezione in una location suggestiva dall’atmosfera oriental chic, lo Shangri-La, ristorante cinese di via Lazzaretto, un po’ per provocazione, un po’ perché è un locale che ama frequentare nella sua quotidianità e in cui si sente a casa. “Quando sono entrato la prima volta ho sentito un forte profumo di gigli che mi ha ricordato la mia Sicilia” e proprio di gigli era ornata la sala durante la presentazione. Tra involtini primavera e cassate siciliane, anche il rinfresco era un palese richiamo alla fusione di queste due culture. Gli opposti che si attraggono, come i suoi abiti: rigorosi ed essenziali ma, allo stesso tempo, preziosi ed opulenti. Sfarzosi decori interamente fatti a mano che ritraggono carretti siciliani su capi dal taglio cinese esprimono appieno la volontà dello stilista di portare la couture nel pret à porter, sperimentando materiali e lavorazioni e fondendo gli elementi di sartorialità con le peculiarità di un minimalismo contemporaneo dall’eleganza sussurrata. I materiali sono leggeri e pregiati. Dai broccati e i rasi di seta duchesse si passa ai bagliori metallici dei filati e alla trasparenza dello chiffon che il designer siciliano ama così tanto utilizzare. Le forme sono asimmetriche, costruite sul corpo attraverso linee fluide e morbide e segnate da scolli profondi. Così come l’abito da sposa di Belen Rodriguez che segue la stessa linea. “Belen voleva un abito elaborato ma dal taglio semplice. All’inizio non avevo capito quanto lo volesse solenne. Le ho presentato dieci bozzetti, lei ne ha scelti due. E’ nato come un gioco, ora siamo alla fine. Quando ha provato l’abito l’ho vista emozionarsi. Ci siamo emozionati insieme” Per ora, Daniele non ci dice di più. Dovremo aspettare il 20 settembre per vedere i due abiti da sposa. “E’ stata una grande responsabilità realizzare l’abito per Belen – ha concluso lo stilista – perché gioca un ruolo mediatico importante. Ma mi è servito per crescere. D’altronde, sono le donne come lei che indossano gli abiti e che mi possono aiutare a capire come li vorrebbero”.
Mara Franzese