Autostrada Milano-Serravalle… non percorribile. Non è un messaggio sulla viabilità della A7, ma la sintesi del commento dell’assessore al bilancio del comune di Milano, l’on. Bruno Tabacci (API) sull’asta pubblica per la vendita del 18% del tratto autostradale di proprietà del comune meneghino. Chi vorrebbe pagare 170 milioni di euro (già ottimisticamente messi a bilancio ancora prima di venderla, dalla precedente amministrazione) per non avere voce in capitolo nella società? Nessuno, è evidente. E così sarà, secondo Tabacci, fino a quando non si metterà mano allo statuto della società che controlla l’autostrada lombardo-piemontese per cambiare le regole di rappresentanza all’interno del CdA. Il nuovo compratore avrebbe un solo consigliere. Ma se l’acquirente fosse privato, allora, la partecipazione sarebbe “cieca”, senza poter decidere, insomma, alcunché sulla sua gestione. Paga e taci.
Tabacci pensa così di lavorare anche con la provincia di Milano per cambiare lo statuto. La Milano-Serravalle spa è entrata nella bufera politico-giudiziaria per quella compravendita giudicata eccessiva quando nel 2005 una fetta del 15% passò dai Gavio all’ente della provincia milanese. Nelle inchieste è finito l’ex presidente della provincia, Filippo Penati, accusato di tangenti.