I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, insieme a colleghi dei reparti competenti per territorio, stanno perquisendo 85 società e 11 studi professionali con sede in diverse regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Piemonte, Toscana), nell'ambito di un'indagine che coinvolge la società fiduciaria 'Getracò, per emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio.
Una maxi evasione che, secondo gli inquirenti, si aggira tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Le indagini, coordinate dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, iniziano nel 2010 da una costola dell'inchiesta sullo scomparso re delle bonifiche Giuseppe Grossi. I pm ritengono di aver individuato nella 'Getracò una piattaforma che organizzava l'esportazione di capitali di società italiane in Paesi offshore attraverso false fatturazioni.
L'operazione, ribattezzata 'Sambucà e nata dalle rivelazioni dell'ex amministratrice del gruppo Raffaella Pacinotti (arrestata in Svizzera ed estradata in Italia), ha permesso di individuare 85 persone giuridiche presunte beneficiarie di fatture false che sarebbero state utilizzate per alleggerire il proprio carico fiscale e trasferire soldi all'estero.
L'attività investigativa ha accertato che la società fiduciaria svizzera avrebbe offerto alla clientela la possibilità di avvalersi di fatture fittizie emesse da altre società create ad hoc, con sede in diversi Stati esteri (Austria, Regno Unito, Olanda) e in diversi 'Paradisi fiscalì.In particolare, venivano documentati servizi di consulenze o di altro tipo in realtà mai forniti o di valore molto inferiore all'importo fatturato.
Grazie ai documenti falsi, gli imprenditori sarebbero riusciti a portare all'estero ingenti flussi finanziari, ottenendo il duplice beneficio di risparmiare sulle imposte e di avere la possibilità di gestire le somme di denaro su conti esteri cifrati in Paesi in cui era garantita una rigida osservanza del segreto bancario.
Nel sistema evasivo risulterebbero coinvolti anche numerosi professionisti italiani, destinatari anch'essi di perquisizioni, che avrebbero consigliato ai propri clienti di rivolgersi alla fiduciaria svizzera.
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