Mille splendidi soli che illuminano il futuro delle donne
Posted on 24 febbraio 2012 by Alessandra Mille splendidi soli che illuminano il futuro delle donneHo letto il romanzo di Khaled Hosseini d’un fiato: 400 pagine divorate dai miei occhi che scorrevano le parole con la brama di sapere il seguito delle vite delle due protagonista Mariam e Laila, due giovani donne Afghane, legate per uno strano intreccio da un destino ingiusto e crudele nei confronti di questa terra e delle sue donne.
Fa da scena in questo racconto la storia dell’Afghanistan dagli anni 70 ad oggi, fino all’11 settembre e alla missione internazionale che è tuttora in essere. Ma è vista con gli occhi delle protagoniste e non della cronaca occidentale. Penso che la parte più difficile da leggere sia quella legata all’ascesa al potere dei talebani.
Sapevo che con quel governo la vita delle donne era diventata un inferno ma non mi rendevo conto di quanto. Sotto quel regime essere donna equivaleva ad essere niente. Nessun diritto, nessuna libertà, nessun futuro. “Mille splendidi soli” è ancora più bello perché è scritto da un uomo che ha deciso, con questo lavoro, di omaggiare le donna della sua terra, che si sono fatte carico di un fardello così pesante e non hanno mai avuto voce per poterlo raccontare.
Mi sono commossa decine di volte mentre leggevo, ho sentito, tramite le sue parole, il dolore, la rabbia, la frustrazione, il senso di impotenza, la forza che da l’essere madre, il sacrificio, il coraggio e l’eroismo, li ho sentiti vivi come se entrassi nei personaggi.
Volevo ringraziare l’autore per averci raccontato questa storia, per averci avvicinato alle nostre sorelle afghane, per avercele fatte conoscere nel loro quotidiano.
Ripenso a quello che ho letto nel romanzo, quanto pubblicano notizie come quella del padre Pakistano ha costretto la figlia a sposare un suo connazionale che lei aveva visto solo in foto e poi, quando il neosposo si era lamentato con lui del fatto che la ragazza si concedesse controvoglia e che lui doveva costringerla ad avere rapporti sessuali, il genitore l’ha ripetutamente picchiata, arrivando a toglierle il cellulare e a chiuderla in casa per impedirle di avere contatti gli amici italiani.
Ripenso a Rashid,nel romanzo marito violento e insensibile, padrone della casa ma anche dei corpi di quelle donne. Allora mi rendo conto che quella realtà non è lontana, non è altrove. E’ la mia vicina di casa o sua figlia. Non è un mondo e una cultura lontana, ma sono storie che accadono anche qui vicino.
Allora è importante conoscere, capire e aiutare un processo evolutivo che una parte reazionaria di alcune culture cerca di bloccare, se necessario, con la violenza e la repressione.
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