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Minestre riscaldate

Creato il 18 febbraio 2013 da Unarosaverde

Credo nella sacralità di certi libri, nella loro bellezza, nella loro completezza di opere d’arte. Immagino sia così per ogni persona che si definisca lettore, per ognuno di quelli che sono stati bruciati dal sacro fuoco delle storie che si dipanano da una pagina all’altra, dall’incipit indimenticabile fino alla conclusione a cui si finisce immancabilmente per arrivare, ansiosi e riluttanti.

Ognuno ha il proprio testo sacro, forse ne venera più di uno. Tra i miei, per esempio, troneggia Orgoglio e Pregiudizio. Lo ritengo un capolavoro di perfezione: ritmo ideale per non far perdere l’attenzione, utilizzo magistrale del linguaggio, vena umoristica serpeggiante tra gli episodi, trama banale glorificata dalla maestria. Orgoglio e Pregiudizio per me inizia ogni volta che lo rileggo e termina nella mia fantasia quando arrivo all’ultima pagina; i personaggi sono così ben definiti che me li ritrovo intorno, senza sforzo, a leggere con me le loro avventure.

Sono di solito abbastanza scettica sulla capacità di tramutare la trama di un libro sacro in un film e, spesso, rimango delusa dai risultati perché preferisco vedere i personaggi muoversi nella mia testa, così come me li sono immaginata, e parlare attraverso la narrazione testuale, che ha regole e impatti differenti da quelli cinematografici. E se la BBC è riuscita qualche anno fa a creare la trasposizione televisiva ineccepibile di Orgoglio e Pregiudizio, così tanti altri hanno fallito, ai miei occhi, sporcando le mie creature di fantasia con la fisicità reale degli attori.

Sono invece sempre scettica sui risultati della ripresa, da parte di un autore, di un testo sacro scritto da un altro. Che bisogno c’è, ragiono io, di prendere in mano una cosa perfetta e di rimaneggiarla, allungarla, condirla in altre salse, farla continuare? Con quale diritto ci si accosta ad un mondo immaginato secondo una determinata tavolozza di colori da parte di un autore per pasticciarlo con tonalità che, di fianco all’originale, appaiono sbiadite, fasulle e posticce?

Perfino gli zombie hanno infestato i terreni di Pemberly in questi secoli. Speravo che almeno certi autori se ne tenessero alla larga ma pure PD James non ha resisto alla tentazione. “Morte a Pemberley”, avuto in regalo, letto ieri sera in un’ora e mezza per infilarlo diritto diritto nella lista dei libri da vendere.


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