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Mini-Imu: un dibattito aperto

Creato il 08 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Con la cancellazione della seconda rata dell’Imu “si chiude una vicenda complicata, che certamente è stata di grande difficoltà data anche la complessità della materia”. Parte dalla tassazione sugli immobili, il ministro Fabrizio Saccomanni, nel suo intervento nell’aula di Palazzo Madama, al termine della discussione generale sul decreto Imu e Banca d’Italia. “La mini-Imu è una necessità, ma rimane un elemento modesto rispetto al complesso sgravio fiscale realizzato” aggiunge Saccomanni, spiegando che l’obiettivo del governo è dare alla tassazione sugli immobili natura federale, per evitare che una tassa decisa al centro sia gestita in  periferia.

Il pagamento della mini-Imu si può evitare, propone però il Movimento 5 stelle, compensando il mancato introito con l’aumento delle tasse sui giochi. Le opposizioni contestano poi la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, da loro considerata “privatizzazione e svendita”. La nuova normativa apre la strada alla capacità dell’intero sistema bancario di ritornare a erogare finanziamenti all’economia reale, risponde il relatore, Federico Fornaro, del Pd, annunciando due emendamenti. Uno dell’esecutivo, che prevede che le modifiche allo statuto della Banca d’Italia valgano già dal bilancio del 2013; l’altro dei relatori, che conforma la data del pagamento della mini-Imu al 24 gennaio, così come previsto dalla Legge di stabilità. Sempre che quest’ultimo non sia preso a pretesto dai senatori 5 stelle per riaprire la discussione sul testo, avverte Fornaro, altrimenti “saremo disponibili al ritiro”.

Sono 594 gli emendamenti presentati al provvedimento, che scade il 29 gennaio, e sul quale il governo non ha preannunciato di voler porre la fiducia. La capigruppo ha perciò deciso che i lavori nell’aula del Senato procedano a oltranza, in modo da giungere all’approvazione entro domani sera.

Il presidente Pietro Grasso ha intanto dichiarato inammissibili diverse proposte di modifica, secondo la linea di condotta annunciata a fine dicembre: dopo la lettera del capo dello Stato Napolitano ai presidenti delle Camere e al capo del governo in merito al decreto Salva Roma, Grasso aveva scritto a sua volta una lettera ai presidenti delle commissioni chiedendo la loro collaborazione per assicurare l’omogeneità delle norme nei provvedimenti. E annunciando l’intenzione di dichiarare improponibili per estraneità alla materia emendamenti non strettamente connessi agli argomenti trattati nel testo.

Marco Cecchini


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