Bello come il sole, in un elegante vestito color perla, e armato di un telefonino l’ex ministro e leader del Partito del Congresso Chiranjivi Wagle è finito nel carcere di Dilli Bazar, vecchio palazzo decrepito che, un tempo, ospitava i cavalli dei sovrani. Qui finiscono anche tutti gli occidentali beccati con droga, oro e altro ed oggi ospita circa 300 detenuti. Chi ha i soldi può fare qualsiasi cosa, chi non ne ha vive di una tazza di tè e riso bollito. L’ex ministro ha la faccia da galeotto e i soldi per passarsela bene anche nel carcere se non verrà liberato prima dei 5 anni a cui è stato condannato per ripetuta corruzione. (nella foto il carcere femminile di Kathmandu, Progetto di sartoria 2006)
Una condanna storica, quella della Corte Suprema; la prima contro un ministro e un leader di partito non ancora in disgrazia per cambi di regime. La pena è anche, teoricamente, dura five years, four months and 25 days, e la cauzione incredibilmente alta NRs 20.3 milioni (euro 200.000). Un segnale importante in uno dei tanti paesi in cui la legge sembra scritta solo per i cittadini comuni e dove il governo non esiste da circa un anno. Un’altro gruppo di 20 potenti (fra cui 2 ex-ministri) sta attendendo la sentenza della corte dopo che la CIAA (Commission for the Investigation of Abuse of Authority ) ha svolto inchieste precise, puntuali e durissime.
Il primo condannato non è un personaggio da poco. Deputato dal 1990, ministro nel 1992 fra l’altro del potentissimo (e ricchissimo) Ministero della Pianificazione e dei lavori pubblici, noto e abile corrotto, fino ad ora, protetto dai compagni di partito e dal leader di fazione amerikana del Congresso Deuba. Come tanti nacque incendiario: leader degli studenti negli anni’70, sulle barricate per la democrazia negli anni 80, nei ministeri negli anni ’90 e a nascondere i soldi rubati dal 2000 in poi. Viene da Gorkha, casta e famiglia media, come tanti nuovi arruffoni.
Qualcosa, però, è cambiato grazie anche alla stampa che segue e perseguita i politici più ladroni. Tutto, infatti, è partito da un’inchiesta del Kathmandu Post, che ha rilevato l’immenso arricchimento del politico (e della famiglia: il figlio Devendra Wagle e, addirittura il nonno, Kedar Prasad Wagle). Qualche centinaio di milioni di rupie nelle banche, tanti terreni a Thamel, in altre prestigiose posizioni nel centro di Kathmandu, a Gorkha e a Chitwan (valore stimato altri 300 milioni di rupie). Sembra che anche le regole scritte inizino ad essere applicate: l’obbligo dei parlamentari di dichiarare i beni posseduti è obbligatorio; i partiti, compresi i maoisti danno codici di condotta ai propri ministri improntati alla sobrietà. I maoisti lo diedero anche nel 2009 (quando erano al governo) ma fu disatteso proprio dal leader supremo Pushpa Kamal Dahal che nominò amici e parenti dappertutto.
Tutto ciò è sorprendente in un paese dove il governo è assente da quasi un anno, nel nuovo manca il ministero degli interni e gli stanziamenti per far lavorare la polizia, tutti sperano che il Congresso entri nella coalizione dando vita un meno conflittuale governo d’unità nazionale. Nelle strade è finito l’Holi (il carnevale che segnala la fine della stagione fredda) fra gavettoni colorati, microviolenze e oltre 500 ragazzotti arrestati.