[traduzione da El Pais, la prima parte qui]

Tuo padre fa e disfa a suo piacimento; ordina di costruire una strada o un aeroporto, nomina e depone i ministri del Governo, suoi subalterni, detta le leggi, cambia la geografia: per una sua decisione, una valle intera rimase sommersa sotto una palude. Tuo padre è onnipotente: davanti a lui tremano cardinali e generali pieni di medaglie e nastri. Nei film del cinema, gli autori cambiano continuamente, solo uno rimane fisso: tuo padre, nei No-Do (film documentari, tipo i film Luce del ventennio), dove a volte andavi anche tu, accompagnava la mamma e entrambe tenevate un mazzo di fiori.

Nella sua famiglia la chiamavano Nenuca e Carmencita. Fu educata da sua madre, perché suo padre ebbe occupazioni più importanti. Si sposò con il marchese di Villaverde ed ebbe sette figli, tutti nati nel palazzo del Pardo. Nel 2008 ha pubblicato un libro intitolato Franco, mio padre, nel quale racconta che suo padre era molto affettuoso ed estroverso e che era solito cantare zarzuela, ma la guerra gli cambiò il talento "per il senso della responsabilità". Ha detto che a suo padre non gli dava fastidio che venisse chiamato dittatore perché non gli sembrava niente di male, una cosa coerente col suo modo di pensare: per Franco ciò che non era buono era la democrazia.

La nostra transizione non è stata cruenta, per fortuna, ma ci fu un prezzo da pagare per questo. Non ci furono condanne ufficiali del regime franchista, né delle atrocità e degli eccessi del dittatore; una legge di amnistia ha impedito di poter chiedere giustizia per i crimini commessi durante la Guerra Civile. La miglia di Franco non fu costretta ad esiliare, né ad essere espropriata dell'enorme patrimonio che il dittatore accumulò durante i suoi anni di governo; hanno continuato a passare le vacanze nel maniero di Meirás e a Carmen è stato dato il titolo di duchessa di Franco con Grandezza di Spagna ed ora vive tranquillamente, tranne per qualche guaio, come quando la polizia la fermò all'aereoporto di Barjas, piena di gioielli, diretta verso la Svizzera. Dubito che Carmen Franco provi rimorso o vergogna per ciò che fece il padre; credo che lo consideri un male necessario e che, sia stato quel che sia stato, dovette mettere fine ai rossi. Quindi, ho il sospetto che, a differenza di Svetlana Stalina, non si senta sopraffatta dal peso della colpa del padre, perché secondo lei non era colpevole di nulla.
