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Miracolo a Le Havre

Creato il 08 gennaio 2012 da Vpostulato @luballets

Miracolo a Le Havre
Cos'è. È un film franco-finlandese di Aki Kaurismäki, che racconta la storia di un lustrascarpe di Le Havre, Marcel Marx (André Wilms), la cui vita monotona e povera viene turbata da due avvenimenti: la scoperta che la moglie Arletty (Kay Outinen) è malata gravemente di cancro e l'incontro con un ragazzino, Idrissa (Blondin Miguel), immigrato dall'Africa e arrivato a Le Havre in un container con l'obbiettivo di raggiungere la famiglia a Londra. Durante la permanenza in ospedale della moglie (Marcel non si accorge di quanto sia effettivamente malata la moglie, che riesce in sua presenza a fingere di stare piuttosto bene), Marx si affeziona ad Idrissa e con l'aiuto della fornaia, del fruttivendolo e della barista vicini di casa, si prodiga per far attraversare la Manica al giovane immigrato, anche grazie al supporto di un detective della polizia sospettoso ma generoso.
Com'è. È un film sulla povertà, sull'emarginazione e sull'altruismo disinteressato, girato benissimo, pieno di pause, inquadrature fisse, silenzi e battute spiazzanti. È un film fuori dal tempo: è ambientato probabilmente negli anni '90, ma il quartiere in cui vive Marcel con la moglie sembra fermo agli anni '50. Questo quartiere di Le Havre è il luogo principale in cui si svolge il film: un quartiere povero e squallido, ma senza pregiudizi e in cui l'umanità, l'orgoglio e un malinconico ottimismo sono nascosti solo apparentemente dal pessimismo per la propria condizione sociale.Perché vederlo. Perché in un mondo pieno di film d'azione, in 3D, di fantascienza, questa è una storia tranquilla, normale ma mai noiosa, e soprattutto perché è bello, ben girato e con un finale di speranza che fa sempre bene. Perché vi piacciono le storie di periferia, con pochi personaggi, e nessun divo holliwoodiano.Perché non vederlo. Perché a non tutti possono piacere la lentezza generale del film, le inquadrature fisse e le pause. Perché l'elogio dei buoni sentimenti può sembrare monotono o banale. Perché si è a priori contro i film francesi.Una battuta. "Restano i miracoli". "Non nel mio quartiere".

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