Fino a stasera i 5.431 lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori dovranno dire se vogliono che lo stabilimento Fiat continui a dare loro un lavoro. Infatti, il finto referendum chiama i lavoratori a pronunciarsi su un accordo, quello siglato tra la Fiat e i sindacati (ad esclusione di Fiom e Cobas), che non lascia via di scampo. In pratica, gli operai possono accettare nuove condizioni contrattuali, che violano palesemente la nostra Costituzione con il benestare del nostro presidente del Consiglio, oppure decidere di perdere il posto di lavoro. Se vincesse il no, infatti, la Fiat ha già annunciato che trasferirà lo stabilimento in Polonia. Ma, se gli operai accettassero di lavorare come muli, senza potersi assentare e con turni massacranti di notte, la Fiat, per mano del suo magnanimo amministratore delegato Marchionne, investirà a Mirafiori 1,2 milioni di euro, aumentando la produzione sulle spalle dei poveri operai.
Cerchiamo adesso di capire quali articoli della nostra Costituzione viola l’accordo imposto da Marchionne. Ma prima sintetizziamone i contenuti: lotta all’assenteismo, più turni settimanali, taglio delle pause, buste paga lievemente più pesanti grazie soprattutto alle maggiorazioni per il turno di notte, e la possibilità per la Fiat di licenziare chi sciopera contro i punti dell’accordo in questione. La Fiat, infatti, teme che, nonostante l’imposizione, qualcuno prima o poi si ribelli.
Cominciamo con gli articoli 4 e 35 della Costituzione: il 4 dice che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Il 35 spiega invece che “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro”.
Nella vicenda di Mirafiori, invece, sia Sacconi sia Berlusconi hanno detto che se vincesse il no, la Fiat farebbe bene ad andarsene dal nostro Paese. E hanno invitato (ieri Sacconi era a Matrix su canale5 per lanciare un appello) gli operai a firmare per il sì, facendo in pratica gli interessi dell’impresa. Insomma, invece di tutelare i lavoratori, il nostro governo tutela gli imprenditori. Del resto, a guidare l’Esecutivo italiano c’è un imprenditore. Cosa vi aspettavate, comprensione?
Proseguiamo. L’articolo 36 della nostra Costituzione recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.
Vediamo cosa prevede l’accordo in questo campo.
Turni: a regime si lavorerà su 18 turni (tre turni al giorno su sei giorni) con una settimana di sei giorni lavorativi e la successiva di quattro giorni. Il 18esimo turno sarà retribuito con la maggiorazione dello straordinario. Gli addetti alla manutenzione e alla centrale vernici lavoreranno su 21 turni (sette giorni su sette) mentre per i dipendenti addetti al turno centrale (quadri, impiegati e operai) l’orario sarà dalle 8.00 alle 17.00 con un’ora di pausa non retribuita. Con l’aumento dei turni si avranno circa 3.500 euro lordi annui in busta paga in più.
Straordinari: Saranno 120 le ore di straordinario obbligatorie ogni anno (15 sabati lavorativi), 80 in più delle 40 attuali.
Pause: Le pause passano da 40 a 30 minuti. Saranno tre di 10 minuti ciascuna invece che due da 15 e una da 10 minuti. I dieci minuti che si lavorano in più saranno retribuiti (32,47 euro al mese).
Mensa: La mezz’ora per la mensa resterà collocata all’interno del turno. Si ridiscuterà quando la fabbrica andrà a regime (nel 2012) la possibilità di spostarla a fine turno. Praticamente con una merendina mangiata alle 5,30 del mattino, si lavorerà in fabbrica per più di 8 ore.
Assenteismo: Dal luglio 2011, poi, se non si sarà raggiunto un livello di assenteismo inferiore al 6% medio (ora è all’8%) i dipendenti che si assenteranno per malattie brevi (non oltre i 5 giorni) a ridosso delle feste, delle ferie o del riposo settimanale per più di due volte in un anno, non avranno pagato il primo giorno di malattia. E meno male che il riposo settimanale e le ferie sono un diritto irrinunciabile secondo la Costituzione. Dal 2012, poi, se l’assenteismo non sarà sceso sotto il 4%, i giorni di malattia non pagati saranno i primi due (l’Inps infatti paga solo dal quarto giorno mentre i primi tre sono a carico dell’azienda come prevede il contratto collettivo nazionale del lavoro).
Continuiamo nella lettura della Costituzione. Articolo 39: “L’organizzazione sindacale è libera”. Niente affatto. Anche in questo caso l’accordo viola la Costituzione. Perché se la Fiom, come ha annunciato, non firmerà anche nel caso di vittoria del sì al referendum, perderà di fatto la rappresentanza sindacale nell’azienda.
Per non parlare dell’articolo 40 della Costituzione: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Anche qui, Marchionne fa di testa sua e si assume il diritto di licenziare chi sciopera contro questi ‘vantaggiosi’ contenuti dell’accordo oggetto del referendum.
Ma vediamoli ancora questi punti dell’accordo.
Cassa integrazione: si chiederà la cassa integrazione straordinaria per tutto il personale dal 14 febbraio 2011 (quando finirà l’ordinaria) per la durata di un anno.
Formazione: saranno tenuti corsi di formazione per i lavoratori in cig la cui frequenza sarà obbligatoria.
Organici: le assunzioni del personale per la joint venture (Fiat-Chrysler-Alfa) saranno fatte prioritariamente dagli stabilimenti Fga di Mirafiori e successivamente dalle altre Fiat torinesi garantendo retribuzione e inquadramento precedenti. Sarà riconosciuta l’anzianità aziendale pregressa e sarà liquidato il Tfr a chi lo chiederà.
Clausola responsabilità: Come già è previsto per lo stabilimento di Pomigliano il non rispetto degli impegni assunti con l’accordo comporta sanzioni in relazione a contributi sindacali, permessi per direttivi e permessi sindacali aggiuntivi allo Statuto dei Lavoratori.
Possibilità per la Fiat di licenziare chi sciopera contro i punti oggetto dell’accordo: A questa ipotesi risponde il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo il quale “Il diritto di sciopero non può che restare intatto. L`ipotesi (quella di licenziare chi sciopera contro l’accordo, ndr.) si riferisce a sanzioni che liberamente i firmatari hanno accettato nel caso di una loro proclamazione di sciopero incoerente con lo stesso accordo. Non scomoderei i diritti, mentre ricorderei che in base all`accordo i salari dei lavoratori crescono”.
Noi invece non scomoderemmo ulteriormente la Costituzione, ma proporremmo al presidente del Consiglio, ai suoi ministri e a tutta la maggioranza di questo governo, uno stage di sei mesi alla catena di montaggio della Fiat.