MITREO DI SUTRI
Sulla Cassia a circa 50 chilometri da Roma.
Una struttura integra, scavata nel tufo, all’interno finemente decorata, con dipinti murari di rara raffinatezza. Una perla rara, in quanto è veramente difficile poterne trovare di meglio conservate.
La luce fioca, ma capace di valorizzare i dipinti. Un silenzio irreale.
Un tempio pagano di epoca etrusca che, attraversando i secoli, ha visto sovrapporsi credi e religioni, fino a giungere in epoca cristiana.
Ci si commuove nell’osservarne la bellezza.
Al fianco al digradare della collina, uno splendido anfiteatro dall’acustica perfetta, in ottime condizioni.
Sulle fiancate della collina i resti dei cunicoli per le sepolture.
Non si spende un euro per vedere questa meraviglia. Niente e perché?
La sovraintendenza, interpellata, ha risposto che, a fine lavori di messa in sicurezza del luogo, (vi sono alcuni tratti ai bordi della strada da risistemare), si sarebbe provveduto in tal senso.
Si sa, Roma è ricca di bellezze, come peraltro quasi tutte le città italiane. Una ovvietà. Ma se un meraviglioso luogo, come il Mitreo di Sutri, fosse patrimonio di qualsivoglia altro paese, quali code per visitarlo si troverebbero al suo esterno? E quanto si potrebbe incassare?
Questo è oro nostrano, va rivisitato e valorizzato. Sembra addirittura che, quando la persona, attualmente addetta alla sovraintendenza, andrà in pensione, non ci sarà più nessuno a renderlo accessibile.
E allora?
Siano stimolati anche gli interventi dei privati, con meno snobismo intellettuale e maggiore senso pratico, considerato che la gestione viva e la manutenzione di questi luoghi ha dei costi. Vanno aperte le aree museali ad esperienze culturali anche di rottura, perché un luogo espositivo per vivere deve essere visitato e visitabile.
Un museo non deve essere luogo di morte, ma di vita.
Vanno educati i giovani alla cultura del bello, alla cultura dell’arte.
L’insegnamento della storia dell’arte, con le ultime riforme Gelmini, è stato fortemente ridimensionato. Negli Istituti tecnici e professionali è praticamente insesistente. Speriamo che venga ripristinato, perché, in un paese così ricco d’arte e praticamente di “oro”, tutti, anche coloro che non frequentano il Liceo Classico, possano imparare, conoscere e apprezzare l’inestimabile valore che possediamo. L’oro vero, non delocalizzabile.
http://www.corriereuniv.it/cms/2013/11/lintervista-storia-dellarte-non-e-stata-cancellata/





