Magazine Diario personale

Monologo sul Calcio e sulla Vita

Da Antonio

Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose, dopo un po’ ti si mescola tutto in testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché il Napoli fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per il Napoli quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo. Ok va bene tutto, ma non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro… Come fai a capire quando mancano tre minuti alla fine e stai 2-1 in una semifinale e ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient’altro nella testa e poi il fischio dell’arbitro e tutti che impazziscono e in quei minuti che seguono tu sei al centro del mondo e il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato un elemento cruciale in tutto questo, rende la cosa speciale perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio e la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente. C’è sempre un’altra stagione. Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio e che male c’è in questo? Anzi è piuttosto confortante se ci pensi.

Di quando in quando, non molto spesso però succede, ti capita di scoprire un mondo che funziona diversamente, un mondo che non si ferma a maggio e riparte di nuovo in agosto. Ci sono cose che non tornano più e cose che non se ne andranno mai e cose che non potresti ignorare anche se volessi.



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