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Questa sua determinazione nell'ottenere la cattedra all'inizio lo fa apparire quasi come un avvoltoio senza sentimenti che vuole sfruttare a suo vantaggio le disgrazie altrui. Ma non è così.
Monsieur Lazhar ha dei metodi didattici forse sorpassati per la modernissima scuola canadese ma con la sua umanità riuscirà a conquistare i suoi alunni aiutandoli nella difficile elaborazione di un evento luttuoso che li ha toccati così da vicino.
Il film di Philippe Falardeau ( una carriera già costellata di importanti premi e nominations ) oltre a questo racconta molte altre cose: dal passato doloroso di Lazhar che è costretto a rivivere il suo dolore per aver perso moglie e figli in Algeria e che sta combattendo per ottenere lo status di rifugiato politico, alla sua perplessità per una scuola che non permette di educare i bambini ma solo di imbottirli di nozioni, dal rifiuto cieco degli adulti di parlare di quello che è successo nella scuola, alla maturità dei bambini che grazie al loro nuovo, stralunato , professore , riusciranno a superare un trauma così violento. Fino a toccare tangenzialmente il tema del razzismo strisciante che si percepisce tra le righe.
Se Monsieur Lazhar parte come un confronto tra culture diversissime tra loro, ben presto diventa una sorta di confronto tra un mondo popolato di adulti confusi e uno di bambini che invece si dimostrano ben più maturi della loro età e di chi dovrebbe educarli.
Non sono adulti che ritornano a essere bambini , è l'esatto contrario. E' la nuova generazione che si dimostra molto più matura.
Nel mondo caotico in cui viviamo, quindi, la figura dell'educatore assume importanza fondamentale.
I maestri di oggi sono educatori? O sono solo contenitori di sterili nozioni da inculcare a forza nella mente dei loro alunni?
Che scuola è quella in cui non puoi neanche pensare a un gesto affettuoso come un abbraccio perchè è vietato ogni contatto con i bambini?
Bachir Lazhar è la cartina di tornasole attraverso cui guardare il mondo della scuola di oggi: un tipo originale, assolutamente fuori sincrono rispetto al mondo che lo circonda ma capace di entrare facilmente nel cuore dei suoi alunni che in breve cominceranno ad amarlo e a superare il suicidio della loro maestra proprio perchè lui sarà l'unico ad aiutarli in questa fase.
E in questo c'è la profonda differenza con gli altri maestri che invece nascondono la testa sotto la sabbia ( o meglio sotto la neve visto che siamo nella fredda e innevata Montreal ), trincerandosi dietro psicologi , evitando di parlare di ciò che è successo e cercando di impedire di farlo anche a Lazhar .
Ma non lo possono fare perchè il processo di elaborazione del lutto da parte degli alunni procede di pari passo con quello che sta vivendo lui stesso.
Lui insegna ai suoi scolari come ritornare alla vita normale proprio perchè anche lui deve essere educato al ritorno alla normalità.
Una normalità senza la propria famiglia, fatta di solitudine, si spera temporanea, in un Paese nuovo lontanissimo geograficamente, climaticamente e culturalmente dalla sua natia Algeria.
Monsieur Lazhar è un film di una semplicità disarmante ma è questa la sua arma vincente. Tocca le corde emotive giuste senza retorica.
Dopo Detachment un altro grande film sulla scuola , stavolta proveniente dal Canada.
Quasi un attimo fuggente per dodicenni.
( VOTO : 8,5 / 10 )
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