Demenziale rilettura (non sequel) di Odissea sulla terra (Uchu daikaijû Girara) del 1967, il peggior kaiju eiga mai girato. Kawasaki è attualmente l’enfant prodige del nuovo cinema comico/grottesco nipponico, nomea conquistata attraverso opere incredibili come The Calamari Wrestler ed Executive Koala; frutti allucinati di un personalissimo ed autoironico approccio alla settima arte, volontariamente indeciso nel suo declinarsi satira “di generi” o più semplicemente cinema “degenere”.
“In Giappone si sta tenendo, sull’isola di Hokkaido, una riunione del G8 sullo stato del pianeta dal punto di vista ambientale. Alll’improvviso una notizia terrorizza i partecipanti: il terribile mostro spaziale Guidala è giunto sull’isola e sta distruggendo tutto ciò che gli capita a tiro. I capi di stato vorrebbero fuggire ma il presidente americano decide di non abbandonare la postazione. Da quel momento ognuno di loro si inventerà una strategia per cercare di sconfiggere il mostro. Nessuna funzionerà. Sarà necessario l’intervento di un mostro avverso, Take-majin, per salvare l’umanità”
Un mostro ridicolo (simile ad una gallina), il rifiuto perentorio dell’effettistica digitale (quando c’è, utilizzata in maniera impropria), l’insistenza compiaciuta sui grandi del G8 rappresentati proprio come le barzellette che si raccontano tra amici (il francese seduttore, l’italiano mattacchione): tutto risulta talmente anacronistico e stravagante da rendere l’opera di Kawasaki un ottimo esempio ed alternativa al cinema politicamente corretto (tirato a lucido nella sua irreale perfezione) che il Festival del cinema di Venezia, dove il film è stato presentato in anteprima, sembra aver malamente digerito negli ultimi anni. Un esperimento azzardato che cancella in un’ora e mezza le attese di critici impreparati e presunti appassionati di fantascienza: le casa distrutte sono davvero di cartone, i missili di plastica e la tuta della creatura in lattice. Davvero un film artigiano Monster X Strikes Back, nel cuore e nella messa in scena. Conscio ed orgoglioso della propria diversità, affascinante ed ingenuo come l’incedere maldestro di Guilala, un dinosauro bizzarro che troverà la propria nemesi perfetta in una guest star altrettanto originale: il regista ed attore Takeshi Kitano nel ruolo della divinità ultraterrena Take-majin, ulteriore conferma al fatto che la pellicola non rappresenti solamente l’ennesimo kaiju eiga da aggiungere alla lista. Incredibile.
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