Monumento alla scelleratezza

Creato il 23 maggio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Oggi il Governo ha deciso che sul decreto omnibus che include la moratoria per il nucleare, che probabilmente farà saltare il referendum, sarà posta la fiducia. Domani inizierà la discussione alla Camera.

Intanto Il Fatto ha focalizzato la sua attenzione sul nucleare che fu.

Provincia di Caserta, ai confini con il Lazio, nei pressi del fiume Garigliano. Qui sorge la centrale nucleare di Sessa Aurunca. È stata in funzione dal 1964 e ha funzionato per 14 anni prima di essere chiusa per un guasto.

Antonio Amato, il presidente della commissione bonifiche ed ecomafie della regione Campania, commenta così: 

Quella del nucleare è una scelta assolutamente sbagliata, per le primarie questioni legate alla sicurezza e alla salute, ma anche in termini di costi benefici, il calcolo appare del tutto privo di logica. Ancora oggi paghiamo sulla nostra bolletta i costi della dismissione delle passate centrali. Pensare di realizzare delle nuove centrali è una scelta del tutto scriteriata.

Anche perché, in caso di successivo dietro-front, il tempo e i costi per lo smantellamento sono astronomici: per bonificare le centrali chiuse dopo il referendum dell’87 il saldo è di 5 miliardi, il doppio delle previsioni.

E alcune, tra cui quella di Sessa Aurunca, non sono state ancora completamente messe in sicurezza. Il decommissioning è affidato alla Sogin, società per azioni a capitale pubblico. La procedure prevedono l’allontanamento del combustibile nucleare, la decontaminazione delle strutture e l’abbattimento. Del complesso rimarrà in piedi solo la cupola perché è firmata da Riccardo Morandi. Le operazioni dovevano terminare entro il 2016, ma la nuova previsione tocca il 2022. 23 anni per demolire una centrale.

Se non di più: è ancora irrisolta la questione del deposito nazionale delle scorie. La Sogin ha proposto un sito da 80mila metri cubi di rifiuti radioattivi, con annesso centro di ricerca. Ma l’ubicazione è ancora da decidere. Nel frattempo i 7mila metri cubi di scarti tossici verranno sistemati in un sito provvisorio in costruzione. Solo per la centrale di Sessa Aurunca, il costo complessivo dello smantellamento è di 450 milioni di euro.

Soldi spillati ai contribuenti attraverso il contributo A2 della bolletta elettrica.

Il circus nucleare potrebbe ricominciare in Italia. Ma gli italiani possono decidere di no. Basta votare sì al referendum del 12 e del 13 giugno.


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