
Triennio 1943, 1944, 1945. Zona di guerra Francia, Belgio,Germania. Una missione militare composta dai Monuments Men, soldati statunitensi, francesi, inglesi e appartenenti alla resistenza antinazista, amanti dell’arte, coraggiosi eroi che rischiano la propria vita (due la perderanno) per recuperare cinque milioni di opere d’arte rubate, razziate, saccheggiate, depredate, trafugate dalle camicie brune e, prime fra tutti, dal famigerato gerarca hitleriano Hermann Goring, dalle pareti dei musei e delle pinacoteche dell’Europa occupata.
La storia è vera e risponde a questa domanda: vale la pena sprecare vite umane per sottrarre alle belve “ariane” reperti storici, culturali, artistici e archeologici?Si, perché in quelle res v’è la parte migliore della Umanità, il suo passato, il suo presente e, soprattutto, il suo futuro. In quelle res v’è la ontologica presenza del “Bello”, quel “Bello” che le tirannidi vogliono pervicacemente annientare.
Salvare l’arte, anche al prezzo del sangue, vuol dire salvare l’Uomo, la sua essenza migliore, ciò che di divino v’è permanentemente in lui.
La colonna sonora di Alexandre Desplatsi accosta particolarmente a quella che ha accompagnato la grandiosa pellicola di Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan”.
Interessante il riferimento storico – a molti sconosciuto – al decreto “Nerone”(“Nero Befehel”), firmato il 19 marzo 1945 dal Fuhrer, con il quale ordinava, in caso di sua morte o di occupazione del suolo germanico, la distruzione di “Tutto” e, per “Tutto”si intendeva ogni realtà materiale esistente sulla Terra tedesca, incluse tutte le “Bellezze” nella criminale disponibilità del disperato e sconfitto esercito nazionalsocialista.
Grazie a Dio Onnipotente questo non è accaduto.
Fabrizio Giulimondi