Magazine Cultura

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Creato il 03 marzo 2014 da Federbernardini53 @FedeBernardini

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Il Poeta falsario

Thomas Chatterton (Bristol, 20 novembre 1752 – Holborn, 24 agosto 1770)

Il caso di Chatterton è unico, nonostante l’età era un uomo eccezionalmente maturo e di doti intellettuali eccelse. A diciassette anni aveva pubblicato un capolavoro assoluto, spacciandolo per un testo antico, e quando se ne dichiarò l’autore non venne creduto. Se non si fosse ucciso forse sarebbe oggi considerato il più grande poeta del mondo.

“I am the imp of Pride, my haughty head Would reach the clouds and still be rising high; To little is the earth to be my bed, Too narrow for my breathing place the sky. Scornful I see the world beneath me lie. But to my betters I so little gree, Less than the shadow of a shade I be; ‘Tis to the small alone that I can multiply.”

(Sono il demonio dell’Orgoglio, la mia testa altezzosa raggiungerebbe le nuvole e ancora si leverebbe in alto; è troppo piccola la terra per essere il mio letto, troppo scarso il cielo per il mio respiro. Sprezzante vedo il mondo giacere sotto di me. Ma a coloro che sono migliori io assomiglio così poco, Sono meno che un’ombra di uno spettro; posso accrescere solo la schiera dei piccoli.)

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

“The Death of Chatterton”, 1856 – Henry Wallis

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

“Je n’ai pas le temps…”

Évariste Galois (Bourg-la-Reine, 25 ottobre 1811 – Parigi, 31 maggio 1832)

Il genio dell’algebra astratta; morto in duello a vent’anni per difendere l’onore di una dama, dopo una notte insonne trascorsa a ordinare i suoi taccuini d’appunti… ”Je n’ai pas le temps…” le ultime parole vergate su quei fogli.

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Évariste Galois, Lettera – testamento indirizzata a Auguste Chevalier, 29 maggio 1832

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Sergio Corazzini (1886 – 1907)

“Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lacrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?”

“Madonna, se il cuore v’offersi,
il cuore giovine e scarlatto,
e se voi, con un magnifico atto,
lo accettaste insieme a’ miei versi
di fanciullo poeta, e se voi
con l’olio del vostro amore
teneste vivo il suo splendore
e lo appagaste de’ suoi
capricci assiduamente,
perché ieri lo faceste
sanguinare, lo faceste
lagrimare dolorosamente?
Tutte le sue gocce rosse
caddero a terra, mute,
e poi che furono cadute
il cuore più non si mosse
e come per incantamento
in ognuna fiorì un asfodelo,
il triste giglio del cielo
da l’eterno ammonimento.”

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Novalis (pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg; Schloss Oberwiederstedt, 2 maggio 1772 – Weißenfels, 25 marzo 1801)

“L’amplesso non è qualche cosa di simile all’eucaristia?”

“Strano che la vera e propria origine della crudeltà sia la voluttà.”

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Novalis. Manoscritto del romanzo incompiuto “”Heinrich von Ofterdingen”

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Patrick Branwell Brontë (26 giugno 1817 – 24 Settembre 1848)

Charlotte , Emily e Anne Brontë avevano un fratello, Patrick, pittore e poeta.
Morì all’età di ventinove anni, minato dall’alcol e dall’oppio, che l’avevano reso folle.
Si ritrasse in compagnia delle tre sorelle, per poi cancellare la sua immagine, in una frenesia di autodistruzione.

Morire a vent’anni: tra genio e male di vivere

Federico Bernardini



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :