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Morto Musy, vittima di un agguato era entrato in coma

Creato il 24 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Musy, vittima di un agguato, cade in coma e da allora non si è più svegliato. Colpevole del tentato omicidio, Francesco Furchì. Il processo va ancora avanti

Photo credit: Gabridelca / Wikipedia / CC BY-SA 3.0.

Torino- Il consigliere comunale, Alberto Musy, non ce l’ha fatta: è morto nelle scorse ore dopo 19 lunghi mesi in coma.  Avvocato, docente di diritto privato comparato all’Università del Piemonte Orientale, Musy aveva 46 anni. Più di un anno e mezzo fa rimase vittima di un attentato, su cui ancora si indaga, avvenuto la mattina del 21 marzo 2011. A compiere il folle gesto un uomo con il casco e un lungo impermeabile, il quale dopo aver aspettato il consigliere sotto casa sua, in  via Barbaroux, nel centro di Torino, sparò sei colpi che raggiunsero Musy, ferendolo al braccio, alle spalle e nella parte destra del cranio. Entrato in un profondo coma, da allora Musy non si svegliò più.

All’epoca, la tragica vicenda scosse gli ambienti politici torinesi, e diverse parti politiche dimostrarono solidarietà alla famiglia del consigliere. Le indagini, che non si sono mai arrestate, hanno individuato  in Francesco Furchi il colpevole dell’attentato. Il movente che avrebbe spinto l’uomo, considerato un “faccendiere” dagli inquirenti, sarebbe stata una vendetta per motivi politici. Infatti Furchì era stato candidato in una delle liste a sostegno di Musy  e animato da rancori personali, forse dovuti a favori o riconoscimenti non concessi, avrebbe deciso per una “spedizione punitiva”.

Il processo a Francesco Furchì, ritenuto colpevole dell’omicidio di Alberto Musy, va avanti dallo scorso 8 maggio. Oggi, nel Tribunale di Torino, avrà luogo la deposizione nel procedimento in cui è stato accusato di tentato omicidio. <<Più che dirvi che sono dispiaciuti non posso dire altro>>, è quanto ha dichiarato Furchì ai cronisti, mentre il dibattimento era sospeso. Il legale della famiglia Furchì, Gianpaolo Zancan, ha fatto sapere di voler cambiare l’imputazione a carico di Furchì:<< Da tentato omicidio a omicidio volontario premeditato. Un  reato punito con l’ergastolo>>, ha detto Zancan.

Queste le parole della moglie, Angelica Corporandi, in un comunicato: «Piango Alberto, un uomo giusto che ci insegnava a non avere paura del futuro, che era capace di dare speranza. Come dissi in tribunale l’avevo scelto per una lunga vita con le nostre figlie Isabella, Maria Luisa, Bianca ed Eleonora. Un barbaro omicidio ha spezzato questo progetto. Ringrazio i medici, i tanti che mi sono stati vicini e non hanno abbandonato tutta la nostra famiglia, la mamma Paola e la sorella Antonella in questo tempo, dopo l’aggressione, eterno e terribile. Continuerò a seguire il processo con immutata fiducia nella Giustizia».


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