La zona vinicola
Il Moscato di Sardegna coinvolge tutta l'isola e quindi decifrare la zona vinicola interessata nella sua produzione è assai arduo, e può essere descritta solo in maniera generale. La denominazione monovitigno comprende infatti tutti i vigneti Moscato presenti sull'isola, presentato quindi risultati molto diversi a seconda dell'area di coltivazione. L'isola ha una morfologia montagnosa o collinare, che ha un orogenesi comune in tutte le sue parti. Altra caratteristica dell'isola è la sua particolare flora e fauna, che ricopre quasi il 70% del territorio. In base all'area geografica di produzione quindi possiamo descrivere moscati leggermente diversi tra loro, anche se chiaramente le qualità del vitigno permangono in tutte le produzioni. Il clima dell'isola inoltre è molto favorevole alla produzione di Moscato, che è un vitigno che fornisce il meglio di se nei climi caldi essendo originario proprio del bacino mediterraneo meridionale, anche se viene coltivato con successo anche nel Piemonte e nella Francia. L'isola quindi presenta varie zone di produzione con suoli diversi. Ne è un esempio la provincia di Cagliari dove prevale la pianura e l'argilla, mentre la parte centrale in [articolare si caratterizza per i suoi massicci granitici che costituiscono il corpo delle montagne e delle colline. A Terralba invece la zona fu bonificata durante il ventennio fascista, e oggi mantiene sempre un'abbondante riserva acquifera ma la sabbia posta a bonifica nel territorio costituisce anche una costante del suolo, che incide nelle produzioni. L'orogenesi della Sardegna risale ad un'epoca compresa tra i 500 e i 200 milioni di anni addietro, periodo denominato Cambriano inferiore del Paleozoico. Qui si sono formate le rocce carbonatiche e arenacee che caratterizzano in particolare il sud del Sulcis. L'orogenesi si deve all'emersione dei fondali marini, ricchi di resti fossili e lavorati dalle ere geologiche. La stessa origine caratterizza fortemente anche l'est e il centro dell'isola, e le successive attività eruttive di antichi vulcani, hanno di fatto plasmato i materiali rocciosi, con formazione di quarzo, sabbia e idrolisi. La natura qui offre numerosi nutrienti alle vigne, con presenza di minerali ed acqua indispensabili ai processi di fotosintesi e alla formazione degli elementi aromatizzanti nelle bucce delle uve.
Il Moscato
Il solo vitigno bianco utilizzato in questa denominazione è chiaramente il Moscato, uva dalle origini antichissime. In Italia lo si trova in quasi tutte le regioni, dove partecipa a produzioni sia monovitigno che in assemblaggio in molte tipologie, in particolare dolce e spumante. Il Moscato era un'uva conosciuta già dai Romani e dai Greci. I primi l'avevano denominato vitis apiana, che in latino ha il significato di vite delle api in quanto molto attraente, grazie alla sua dolcezza, per questi insetti. Probabilmete il vitigno è presente da un'epoca addirittura antecedente quella romana. Le prime tracce storiche del Moscato in Sardegna si devono a Pier de' Crescenzi che lo descriveva nel 1300. Nell'isola il Moscato sembra essere sbarcato in antichità attraverso i porti di Olbia, Karalis e Turris, considerando che lo si trova intensamente nei dintorni. Nell'isola viene chiamato anche Muscadella, Muscau, Muscadeddu.
I grappoli sono molto dolci ed aromatici, specialmente nel Campidano mentre in Gallura, a causa del granito, sale la quantità di acidi e diminuisce quella di zuccheri, caratteristiche più adatte alla tipologia Spumante.
Ha grappoli medi, cilindrici ed alati, con densità compatta o a spargolo. Gli acini possono essere di diverse dimensioni ma sempre abbastanza grandi e tondi. Il colore giallo verde si fa dorato durante la maturazione. La pruina non è molto presente sulle bucce che sono sottili. Il vitigno preferisce il calcare e le marne, su terreni secchi con poco o niente argilla, in modo da abbassare al massimo l'umidità. Graditi quindi anche i luoghi ventilati. Produce molto e soffre oidio, marciume e peronospora. Viene potato molto e resiste al freddo.
Il Moscato di Sardegna DOC
La denominazione di origine controllata Moscato di Sardegna DOC venne istituita con il decreto del 13 dicembre 1979 per produrre da sole uve moscato un vino bianco spumante in tutto il territorio dell'isola. I vitigno possono essere ubicati fino ai 450 metri di quota e le rese sono limitate alle 13 tonnellate per ettaro. I vini spumante che ne derivano sono aromatici, freschi e fruttati, ottimi con i crostacei ma anche con altri abbinamenti.
I produttori
Tra i produttori segnaliamo la Cantina Gallura con il suo Moscato di Sardegna Moscato di Tempio S.A., che si veste di un bell'oro antico e il perlage fine. Al naso compaiono la rosa tea e la vaniglia. Cremoso e carbonico al palato, è un ottimo abbinamento per i biscotti secchi con crema pasticcera.
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