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Mostra dedicata al kimono a Torre del Lago

Da Nippolandia
Donna in kimono

Donna in kimono

Dal 6 al 27 agosto si svolgerà a Torre del Lago una mostra dedicata ai kimono della preziosa collezione di Yasuhiro Ciji, in arrivo da Kyoto. Il kimono è da sempre considerato come “l’abito tradizionale giapponese che scandisce le tappe della vita femminile e segna l’appartenenza a un clan“. Abito adatto al fisico della donna giapponese, come spiega la iamatologa e traduttrice Ornella Civardi: “Su un corpo etereo, la linea verticale, spigolosa dei kimono è perfetta. Anche per questo motivo, nel corso del tempo non è cambiato, è rimasto sostanzialmente identico. Tanto è vero che, soprattutto per i più sontuosi, si tramanda di madre in figlia: i vestiti che si possono ammirare oggi, molto probabilmente, sono passati di generazione in generazione, e hanno una storia certo antica, forse antichissima“. Un kimono da cerimonia può costare anche diverse migliaia di euro, dal momento che non è un semplice abito, ma una vera e propria opera d’arte. Il tessuto con cui viene realizzato un kimono, infatti, “può essere ricamato in oro, oppure realizzato con sete pregiate e fantasie dai procedimenti di tintura molto particolari“. Si indossa tradizionalmente per matrimoni, funerali e a Capodanno. Un’altra occasione importante, dove il kimono non può mancare, è la festa per il ventesimo compleanno, che, in Giappone, segna il passaggio alla maggiore età. Indossare un kimono serve ad esprimere la propria identità, come spiega sempre Ornella Civardi: “Una ragazza, insomma, non sfoglia un catalogo di kimono come potrebbe per gli abiti alla moda. Il significato è un altro, interiore e intimo“. Ed osservando ”i tessuti, i ricami e le fantasie” del kimono si può capire a quale classe sociale appartiene chi lo indossa. Il kimono ha più strati: più sono gli strati e più è difficile indossarlo. “Di solito ogni gesto si insegna in famiglia come da noi per il nodo alla cravatta. Si parte dalla biancheria intima: i tabi , calzini di cotone bianchi con l’ alluce separato dalle altre dita per poter calzare i sandali infradito e, sotto al kimono, il nagajuban , lunga sottoveste di cotone che un tempo era rosso scarlatto, perché considerato più sensuale, e adesso è bianca“. (Fonte: Corriere.it)


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