Due mostre multimediali e interattive in Italia: Chagall a Roma, Van Gogh a Milano e Firenze
I cambiamenti frenetici della modernità stanno travolgendo anche il mondo dell’arte. “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, citando il celebre saggio di Walter Benjamin, sta perdendo la sua aura, ovvero quell’alone di mistica suggestione suscitata nello spettatore dalla presenza del quadro originale. Ma nonostante la facile fruibilità di prodotti moderni quali il cinema o la fotografia, l’arte è sempre rimasta una disciplina non riproducibile. Eppure oggi si iniziano ad avvertire i sintomi di un cambio di rotta, che già avevano radici nelle avanguardie dei primi del Novecento. Boccioni intuì infatti l’esigenza di porre lo spettatore “all’interno del quadro”, nata dalla volontà di svecchiare la situazione artistica italiana. Egli si preoccupò dell’osservatore dell’opera d’arte, da sempre relegato ad un ruolo fisicamente passivo, e sentì il bisogno di farlo interagire con il polo opposto, l’artista. Un’innovativa intuizione che ha coinvolto in questo modo tutte le arti in una collaborazione intensamente sinestetica, iniziate così a mischiarsi, rinnovarsi e a collaborare fra di loro. I rapporti con il pubblico si sono così evoluti, dando origine alla cosiddetta “Arte Interattiva”.
Chagall. Love and life
Nel 2015, le mostre, oggetto di una fruizione sempre più massiva, sono spesso arricchite da sofisticati allestimenti digitali. La capitale può vantare la presenza di una mostra che è una novità assoluta nel panorama artistico romano. Infatti “Chagall. Love and life” ha il merito di aver ideato uno stimolante e divertente lato interattivo, accanto ai classici quadri. All’attivo al Chiostro del Bramante dal 16 marzo, quest’esposizione raccoglie 140 opere provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme, descrivendoci però uno Chagall diverso dal solito, più intimo e nostalgico. Sono esposti soprattutto disegni, illustrazioni della sua città natale, Vitebsk, litografie e acquerelli. La presenza, fisica e spirituale, di sua moglie Bella, traspare ovunque. La mostra ripercorre lo sbocciare di questo estatico amore, incorniciato da fluttuanti fiori, colori sgargianti e sensazioni di costante devozione. Ma sono ancora vari e complessi i temi offerti dalle atmosferiche sale cariche di surreale atmosfera, capaci di mettere a nudo l’anima di un artista coerente e sognatore, desideroso di volteggiare senza gravità nel proprio mondo fiabesco per dimenticare la violenza della guerra e il ricordare il destino del suo popolo.
Il lato interattivo di “Chagall. Love and life” crea un’incomparabile scenografia, calando lo spettatore in una straordinaria esperienza percettiva multisensoriale. In una sala, le video installazioni dell’artista francese Fabien Iliou si collocano accanto al disegno in bianco e nero, completandosi sulla parete, il colore si espande a ritmo di musica, facendo nascere un nuovo quadro fluorescente. Trovate ludiche intrattengono avventori di ogni età, come i timbri che riproducono dettagli di opere. Si può anche entrare letteralmente nel celebre quadro “La passeggiata” del 1917, proiettato in movimento su di una parete, immortalandosi insieme ai due amanti che galleggiano leggiadri come prendendo vita.
Delicate sensazioni connettono lo spettatore con l’onirico e cangiante mondo di Marc Chagall.
Photo credit: archer10 (Dennis) REPOSTING / Foter / CC BY-SA
Van Gogh Alive: The Experience
A rivoluzionare del tutto l’idea convenzionale di mostra ci pensa “Van Gogh Alive”, già tenutasi a Milano e approdata a Firenze il 16 Febbraio. Ha il primato in Italia di riconsiderare il concetto di opera d’arte, applicando al quadro la tecnologia riproduttiva del cinema. Non si vedranno infatti i capolavori originali dell’artista olandese, bensì le loro proiezioni. Oltre 3000 immagini riprodotte in alta definizione, letteralmente prendono vita sulle pareti della chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, a un passo da Ponte Vecchio. Grazie ad un particolare sistema di proiezione, il SENSORY4, i visitatori si sentono come al cinema, esso utilizza infatti un sistema unico che incorpora 40 proiettori ad alta definizione, una grafica multi canale e un suono surround come quello delle sale cinematografiche. Uno dei più coinvolgenti ambienti multi screen al mondo, che si fonde con l’architettura sacra, creando un geniale contrasto tra antico e moderno. Le pennellate avanguardistiche si materializzano anche sul pavimento, così come le violente visioni del pittore si stagliano, nitide e cristalline davanti agli occhi, emozionando lo spettatore nella magia di un immenso caleidoscopio. Il tripudio di suggestioni sonore e le lapidarie frasi tratte dalle lettere di Van Gogh al fratello Theo e agli amici più cari, completano questa vera e propria immersione virtuale, che coinvolge tutti i linguaggi dell’arte, pittura, musica, poesia e le percezioni dei sensi, in una wagneriana opera d’arte totale.
Insomma “Van Gogh Alive”, e la mostra di Chagall a Roma, sono modi inediti e raffinati di avvicinare all’arte anche i più piccoli, o un pubblico poco avvezzo a frequentare musei. Nel 1990 Akira Kurosawa ci aveva fatto passeggiare come in sogno nei quadri di Van Gogh, ma il passionale mondo interiore dell’artista non è mai stato più coinvolgente, si ammirano notturni cieli stellati, perturbanti fiori, girasoli dalle più accese note cromatiche, campi di grano assolati con corvi svolazzanti, zigzaganti sentieri provenzali e il misero mondo rurale dei mangiatori di patate.
A conclusione di un così affascinante viaggio interattivo, non c’è niente di meglio che congedare il visitatore con un’emblematica frase di Van Gogh: “Sii consapevole delle stelle e dell’infinità in alto, dopotutto la vita sembra quasi incantata”.
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