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MoVimento 5 Stelle, profezie e fuga di Parlamentari

Creato il 25 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
MoVimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, Adele Gambaro, grillini, Parlamentari

attribution: www.beppegrillo.it.

Fisiologica o meno che sia, la contro-profezia annunciata da parecchi commentatori politici subito dopo le elezioni si sta compiendo. Tutti coloro che, sul finire dello scorso febbraio dissero che il partito uscito maggiormente con le ossa rotte dopo gli esiti elettorali era il MoVimento 5 Stelle furono presi per pazzi. Sembrava infatti che i dati contraddicessero questa lettura. Ma ad una analisi più attenta e con il senno di poi pare essere diventata la realtà.

Molti politologi sostennero infatti che il M5S si sarebbe trovato innanzi ad una situazione insolita e tragica che molto probabilmente l’avrebbe messo a durissima prova: essere l’ago della bilancia di un Parlamento privo di una maggioranza necessaria per le riforme indispensabili in contesto travagliato dall’emergenza economica, senza essere però in grado di avere le capacità per farlo e con un forte stress interno. Grillo era certo che le elezioni avrebbero premiato il Partito Democratico, consegnando ad esso il peso e la responsabilità istituzionale della stabilità di Governo: questo significava una forza potenzialmente bersaglio perfetto di (facili) attacchi politici laddove non avesse fatto ciò che invece aveva promesso in campagna elettorale. E a quel punto le schiere pentastellate avrebbero potuto compiere la loro missione di integrità morale, ergendosi a paladini della trasparenza e a controllori della regolarità delle prassi parlamentari. Lo scenario prefigurato da Casaleggio e Grillo era di un movimento di persone istituzionalmente “nuove”, poco esperte per il ruolo di Parlamentare, che avrebbe dovuto solamente fare le pulci ai partiti politici per mettere in risalto la loro corruzione midollare. Non bisognava essere tanto ferrati in materia perché con i (relativi) pochi voti che avrebbero preso non avrebbero avuto grande responsabilità politica. E questo avrebbe permesso a Grillo di tenere al guinzaglio corto ogni singolo deputato e senatore a cinquestelle. Sperava che i suoi parlamentari sarebbero diventati i poliziotti “buoni”, facendo lievitare esponenzialmente il consenso popolare. Stop, nulla di più.

E invece le urne hanno dato una visione completamente differente: M5S primo partito, PD sconfitto tragicomicamente e PDL in insperata rimonta. Con il mazzo rimescolato la responsabilità politica è andata in grande parte anche al MoVimento. E i nodi sono e stanno venendo al pettine. I vari parlamentari grillini si sono accorti che il ruolo che stanno ricoprendo è molto complesso e complicato e non riducibile ad un diktat proveniente dall’alto, e la libertà di coscienza e di voto del singolo senatore o deputato stanno mettendo a dura prova il corto guinzaglio di Grillo – in alcuni casi lo hanno addirittura strappato. Anche a seguito delle numerosissime critiche di ex (?) elettori del M5S, che hanno rinfacciato al comico ligure una gestione verticale del movimento e che hanno accusato la fallibilità del metodo ostruzionistico e anti propositivo adottato dai grillini, sono iniziate ad apparire pesanti crepe all’interno del MoVimento. Alcuni parlamentari sono stati espulsi a seguito di processi via web che farebbero rabbrividire persino gli artefici della Santa inquisizione (Adele Gambaro, Marino Mastrangeli, e altri non parlamentari, fra cui Giovanni Favia, Federica Salsi, Raffaella Pirini, Valentino Tavolazzi), altri se ne sono andati (Vincenza LabriolaAlessandro Furnari e Paola De Pin, fino al passaggio di Adriano Zaccagnini al gruppo misto, avvenuto ieri pomeriggio) e molti sono indecisi sul da farsi. Rimanere fra le schiere pentastellate ed essere uno schiaccia bottoni di chi gestisce il blog sulla rete? Oppure uscire dall’ombra di Grillo riprendendosi quella autonomia di voto e di coscienza che spetta ad ogni parlamentare, come stabilisce anche l’art. 67 della Costituzione? A nessuno sfuggirà infatti che, non a caso, più volte da Beppe Grillo è stato chiesto il superamento dell’art. 67 della Costituzione, il quale recita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.»

Il MoVimento 5 Stelle di Grillo e Casaleggio, vate delle nuove rivelazioni mistiche destinate a compiersi portando al superamento della democrazia rappresentativa a favore di quella diretta via web, pare che possa fare la fine prevista da pochi qualche mese fa. Chi di profezia ferisce di profezia perisce.

Articolo di Stefano Rossa


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