Stamattina ho letto un post molto interessante, di quelli che leggi in fretta e ti portano a pensare per molto tempo. Il titolo dice gia’ tutto: “Derivatives as users?“, l’autore racconta di come al DebConf10 si sentisse spesso la frase “le distribuzioni derivate da Debian sono utenti di Debian“. Certo, la frase fa un certo effetto, ma l’autore del post si chiede quale sia il suo significato nascosto.
Si tratta di un nuovo punto di vista tramite il quale riconoscere un incremento degli utenti Debian e dunque nuove possibilita’ ma anche responsabilita’? O al contrario si tratta di ammettere la “sconfitta” (di popolarita’, cosa non cercata, ma sperarci non fa male) accettando il fatto che gli utenti finali preferiscano altre distribuzioni, allora il fatto che siano derivate da Debian e’ solo una magra consolazione?
Insomma, l’affermazione: “le distribuzioni derivate da Debian sono utenti di Debian” quali interrogativi sottende? Ma soprattutto, a questi interrogativi, che risposte possiamo dare?
Non e’ questione di poco conto, Debian non ha “padroni“ e ha un contratto sociale e la DFSG, da brava mamma ha delle responsabilita’ nell’insegnare questi valori ai suoi figli (in questo caso considerati anche utenti)?
Qualcuno potrebbe obiettare che certamente potrebbe insegnare qualcosa a Ubuntu, ma non a gNewSense, visto che Debian e’ scesa a compromessi (repository contrib e non-free, presenza di qualche pacchetto grigio in main). Tuttavia Debian lascia all’utente la possibilita’ di fare scelte consapevoli (vedi Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli), dicendo quali sono i software free ma dando la possibilita’ di installare anche gli altri. Allora se le sue derivate sono suoi utenti, deve lasciare anche a loro la possibilita’ di fare scelte consapevoli.
Resta da capire se gli utenti delle derivate siano consapevoli delle scelte della propria distribuzione e di quelle che fanno loro. Con grande dispiacere penso proprio di si (anche se in certi casi qualche dubbio ce l’ho).
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