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Mutande blu, reggiseno bianco.

Creato il 24 maggio 2012 da Elenatorresani

E’ proprio così che sono agghindata oggi, sotto i vestiti.
Ieri sera si è parlato anche di questo al Soggiorno Letterario al quale sono stata invitata: un evento privato che mi era stato passato come un appuntamento “tra pochi intimi” e dove invece eravamo più numerosi che a molte presentazioni in Mondadori. Seduti sui tappeti e accatastati sui divani, giornalisti, lettori forti e professionisti dell’editoria hanno discusso d’amore per tre ore.
O meglio: delle difficoltà d’incontro che spesso affligge le nostre relazioni.
Da una parte, spaparanzato in poltrona, Federico Cavina presentava il suo “Solo Colpa d’Alfredo” e dall’altra, appollaiata sul bracciolo, Valentina Camerini ci raccontava il suo “Manuale (d’amore) per la ragazza post-moderna”: un bell’incontro tra maschile e femminile, anche tra il pubblico presente che interagiva liberamente con gli autori, creando un dibattito continuo.
Io ascoltavo, e lasciavo sedimentare quello che sentivo sugli strati di letture di genere che mi sono pippata negli ultimi 10 mesi.
Tra l’autismo comunicativo e sentimentale maschile che emergeva da un lato e l’ossessione femminile del “cosa stai pensando” dall’altro, si è parlato anche di lingerie: la maggior parte delle donne rivendicava la necessità dell’intimo coordinato, una sorta di MUST.

Mutande blu, reggiseno bianco.

Io, che in gran parte condivido il pensiero di Caitlin Moran su tacchi e lingerie, mi trovato d’accordo con Francesca Del Rosso (l’autrice di “Mia figlia è una iena”, tra gli altri), che si potrebbe riassumere con un “E sticazzi?”. Una donna che lavora e ha famiglia potrà rilassarsi un attimo nel suo quotidiano almeno pensando alle proprie mutande? O lo spaiato è reputato (da noi donne eh, intendiamoci, facciamo tutto da sole, da brave Schiave Radiose) un segnale imperdonabile di sciatteria che potrebbe quasi giustificare il marito qualora decidesse di indirizzare le proprie erezioni verso anfratti coordinati?
Di fatto credo sia corretta la risposta fornita dalla Camerini stessa, che nel suo libro ci sprona a dimenticare il più possibile l’accoppiata letale divano/TV: “Se le incombenze domestiche vengono onestamente suddivise a metà (una metà oggettiva, non surreale), le donne hanno poi più voglia e tempo di essere carine: per se stesse, prima ancora che per il proprio compagno.
Una doverosa lotta all’overload di lavoro femminile insomma, e alla reciproca (RECIPROCA) sciatteria, che è prima di tutto mentale e, solo poi, estetica.
Al Soggiorno Letterario ho trovato opinioni intelligenti per quanto diverse, e un reale desiderio di incontro e confronto.
E stamattina, sotto i vestiti, porto mutande blu e reggiseno bianco.


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