Il Capitano Hell,
qualche giorno fa, ha pubblicato un articolo in cui descrive il suo mondo
virtuale, un insieme di luoghi che compongono una sorta di biosfera ideale, il
tutto invitando altri a descrivere il proprio.
Beh, chi sono io per
non accettare un così allettante invito?
Bene, quindi eccovi
il mio strano, pazzo mondo. Entrate, godetevi la passeggiata e non dimenticate
di non gettare cartacce in terra.
Il viale di cipressi
Esatto, cipressi.
Almeno una cinquantina, disposti ai lati di una strada sterrata, con la ghiaia
che scricchiola sotto i piedi e distese sconfinate di campi di grano ovunque si
getti lo sguardo. Non si può entrare in auto, dove vivo le auto non esistono.
Perché?
Perché così si può
ammirare il panorama, perdersi negli odori e nei profumi e poter sentire il
vento sulla pelle.
A volte è possibile
osservare un nibbio volteggiare sui campi. Il suo nome è Arturo e credo abbia
anche una compagna, nascosta da qualche parte. Se la incontrate, fate un
fischio.
Il lago
Non è un lago
enorme. Anzi, a dir la verità è molto piccolo. Nelle sue acque nuotano un bel
po’ di carpe argentate. Tutto attorno è circondato da faggi, rubini e noccioli.
È un luogo incantevole, dove molti animali passano e sostano durante i loro
viaggi, soprattutto uccelli.
Un giorno ho visto
anche un paio di tartarughe e mi piacerebbe un giorno immergermi e scoprire
dove sono finite…
La libreria
Da fuori sembra
piccolina, anche un po’ trasandata, ma quando si entra ci si perde in migliaia
di volumi. Scaffali di libri polverosi ci abbracciano, mentre il solerte
proprietario, un ometto con gli occhiali spessi, calvo e con una luce
misteriosa negli occhi, si avvicina e ci chiede se siamo alla ricerca di un
libro particolare.
Qui si può trovare
di tutto e se il libro che cercate non c'è, fidatevi: lui ve lo troverà.
Ma non chiedetegli
cosa nasconde nel retrobottega, potreste non averlo voluto fare…
Il ristorante sulla
collina
Qui potete trovare
una buona cucina, semplice ma saporita e parecchio lontana da quei sapori finti
delle grandi città. La proprietaria è una donna enorme, sola, che sta sempre
dietro al banco con in mano un bicchiere di sangiovese. La cameriera è una ragazza
bionda; non è bella, non almeno secondo i canoni dettati dalla società, ma
possiede un fascino particolare e quando arriva al tavolo non si può fare a
meno di fissarla e perdersi nei suoi occhi mentre vi spiega cosa c'è in menù.
Se passate di qua,
vi consiglio di provare la pasta fatta in casa.
Il cimitero
Ormai non ci viene
seppellito più nessuno, da parecchio tempo a dir la verità. Le lapidi più
vecchie sono ormai sbiadite, le scritte illeggibili o al massimo ne restano
pochi frammenti.
Un alto muro di
cinta lo delimita e il cancello è sempre chiuso. Una volta vidi anche un
custode, non so che fine abbia fatto.
La locanda
Un tempo era una
trattoria, ma ora è stata ristrutturata e al primo piano sono state allestite
alcune camere per i pochi viandanti che si trovano a passare di qua.
Al piano terra c'è
una grande sala in cui, la sera, vecchietti che provengono dai dintorni si
riuniscono, giocano a carte, bestemmiando in dialetto e scolando bicchieri di
rosso uno dopo l'altro. Nessuno è mai andato via scontento, su questo ci posso
anche mettere la mano sul fuoco.
Il retro, una stanza
di modeste dimensioni, è riservata a noi. Lì si ruola, si gioca a qualche
boardgame e in generale si passano le serate. Non sono tanti i giovani che
vivono d queste parti, quasi tutti se ne vanno, ma chi rimane lo fa perché sa
cosa perderebbe andandosene.
Per il momento mi pare ci sia tutto. In futuro il paese potrebbe ampliarsi, o magari rimpicciolirsi fino a sparire, ma per ora va bene così. Questo è il mio mondo, o perlomeno quello in cui mi piacerebbe vivere. E chissà, forse, in un qualche assurdo piano dimensionale, ci vivo già e adesso sto ridendo mentre mi bevo un bicchiere di vino rosso...



