Mostriamo una rarità presa in prestito dagli archivi Rai,lo scrittore Alberto Arbasino coordina un dibattito tra Mario Monicelli e Nanni Moretti sulla situazione del cinema italiano.Tra il pubblico anche Leo Benvenuti,uno dei più grandi sceneggiatori del nostro cinema ed un osservatore Enrico Ghezzi. Era il 1977 la gente comprava i pop corn, rimaneva inebriata davanti ai poster dei film,non esisteva google,facebook e non si potevano “scaricare” film su internet,non esistevano i Dvd.L’importanza di questo filmato è la testimonianza della televisione che si produceva negli anni settanta (pre Mediaset). Uno scambio di idee,un confronto ardito tra un regista di fama mondiale ed un giovane talento,autore del film rivelazione: Io sonoun autarchico, low cost (3milioni e mezzo di lire girato in SuperOtto).I film di Monicelli costavano dai 700milioni al miliardo di lire ed è così che nasce lo scontro/confronto.Un esempio democratico di idee e pensieri in contrapposizione:vivaci,caldi ma mai rissosi.Un anticipo delle grandi trasmissioni web come il Ted o il sito edge.org dei quali abbiamo spiegato l’importanza evolutiva in un recente articolo su Pop Culture. “Il pubblico non ha bisogno di pornografia,di grandi attori come Sordi e Gasmann,di attrici super belle” secondo Nanni Moretti. “Gli aiuti registi diventano servi della gleba fino alla morte” insiste il giovane regista contro Monicelli che risponde “Io cerco il successo anche per vanità e voglio raggiungere più persone possibili. Gli aiuto registi al mio fianco sono stati Steno e Rosi ed hanno avuto una grande carriera”.Interessante il pensiero di Monicelli nei confronti del cinema americano: “Un morto che cammina, un baraccone che va avanti grazie ad iniezioni di 25miliardi per volta”.Se pensiamo agli Oscar Hollywoodiani come Titanic e alle gestazioni colossali di Spielberg e li paragoniamo ad opere provenienti da Festival alternativi (Drive,Lost in Traslation) ci rendiamo conto che l’affermazione di Monicelli: “Lo squalo (film Spielberg) è un cadavere che non sta in piedi e non sa che è morto” non è poi cosi inverosimile.Durante la discussione intervengono delle attrici presenti in studio e si respira aria di femminismo e di fine anni settanta.Nanni Moretti dice a Monicelli: “Il Borghese piccolo piccolo è un film reazionario ma buono” ed il regista gli risponde:“Il tuo film è grazioso ma modesto”.Perché bisogna vedere questo dibattito a distanza di 35anni? Perché può cambiare la nostra visione sul cinema italiano ed americano,sulle produzioni alternative e quelle milionarie.L’industria cinematografa stelle e strisce spende troppi soldi,dovrebbe puntare più sulla recitazione e sulle storie originali.Il cinema italiano definito “democristiano” non pone tematiche ma soltanto i vizi della società e punta sui volti noti come nei cine-panettoni odierni e non solo.Osserviamo un Nanni Moretti quasi “geek”che affronta Monicelli senza paura e dopo aver criticato il grande Alberto Sordi dice: “Robert De Niro è il più grande attore del mondo”.
“Un giovane quando inizia a fare cinema deve essere presuntuoso per forza, perché il cinema italiano è brutto”
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