Prime pagine su tutti i giornali (italiani e stranieri), aperture dei tg, vignette , satiriche e non, sui social network. Avevamo già previsto che la Coppa Italia vinta dal Napoli sarebbe stata subito “archiviata” per far spazio a ciò che è successo prima del match. La presenza di Genny ‘a carogna su ogni media nazionale ci ha confermato, così come ci ha fatto capire come basta veramente poco per tratteggiare, ancora una volta, Napoli e i napoletani come “il male assoluto“, il problema di un’intera nazione.
Stavolta è stato veramente “semplice”, visto che le immagini sono state trasmesse in diretta e sulla tv pubblica, con milioni di telespettatori sul divano pronti ad assistere alla finale della coppa nazionale. Succede , quindi, che ci siano scontri tra tifoserie prima della partita, con un bilancio che parla di decine di feriti, di cui uno in gravissime condizioni.
La notizia shock arriva anche allo stadio, la tensione sale e lo svolgimento della partita viene messo in dubbio. Poco prima delle 21 è il capitano del Napoli, Marek Hamsik, a parlare con i tifosi per tranquilizarli: Ciro Esposito, il 30enne ferito, sta meglio e la finale si gioca. Ed è qui che entra in scena Genny ‘a carogna, il capo ultras che “tratta” con la polizia per decidere se far giocare o no la finale di Coppa Italia, proprio lui con indosso la maglietta “Speziale Libero” che inneggia al ragazzo accusato di aver ucciso il poliziotto Raciti, proprio lui con precedenti penali e con parenti affiliati alla camorra.
E’ proprio lui a dire “si, si gioca” secondo i commentatori Rai, un interpretazione completamente sbagliata che però fa il giro dell’Italia e del mondo, e che mette di nuovo a repentaglio la figura di Napoli.
- Partiamo dai fatti: fuori allo stadio, i tifosi napoletani sono stati attaccati.
Pare che Daniele De Santis, detto “Gastone”, il tifoso della Roma che ha ferito Ciro Esposito con quattro colpi di pistola, abbia agito da solo ma le indagini sono ancora in corso e non è escluso che possa aver avuto complici. Anche la vittima, in questo caso, è finita sotto processo: nonostante versi ancora in gravi condizioni (l’intervento fortunatamente è riuscito, ma rischia ancora la paralisi), Ciro dovrà rispondere dall’accusa di rissa. E poi c’è lui, la “carogna”: c’è stata veramente una trattativa tra questo personaggio e le istituzioni affinché la partita si svolgesse senza disordini di nessun tipo? Per primo, è il Questore di Roma in persona a smentire tutto categoricamente: “Nessuna trattativa con gli ultrà, siamo solo andati a informali che la partita si sarebbe giocata e che le condizioni del tifoso stavano migliorando”. E poi è lo stesso Genny, intervistato dal “Mattino” a ribaltare la tesi sostenuta dalla maggioranza delle testate nazionali: “Quelle che sono state scritte sono tutte sciocchezze. Hamsik è venuto da noi solo per rassicurarci sulle condizioni del nostro amico, per dirci che stava meglio, che poteva farcela. Lo stesso messaggio che ci hanno dato le forze dell’ordine. Noi abbiamo parlato con tutti con calma e rispetto, senza minacce o provocazioni.
- Non c’è stata alcuna trattativa tra la Digos e la curva partenopea sull’opportunità di giocare o meno la partita. Il resto sono invenzioni dei giornalisti”. A difendere il capo ultras c’è anche un altro tifoso presente allo stadio Olimpico, Mario Esposito, il cui video messaggio sta facendo il giro del web:
- Inoltre, i tifosi napoletani, insieme a quelli della Fiorentina hanno deciso di non supportare le proprie squadre con cori e striscioni, scegliendo il silenzio. Molti gruppi napoletani si sono anche allontanati prima della fine della partita, non assistendo, quindi, alla premiazione.
In conclusione, i fatti parlano chiarissimo: al di là di tutte le considerazioni che si possono e che si devono fare sulla questione sicurezza negli stadi, rappresentare Napoli e i napoletani come i primi violenti e con il nomignolo ” ‘a carogna” ci sembra veramente ingiusto ed insensato. Leggiamo e leggeremo ancora per parecchi giorni di questo incredibile pre-partita ma era giusto far chiarezza su ciò che molti media, purtroppo anche importanti, trascurano. E, se non basta, per difendere la città è scesa in campo anche la mamma di Ciro, Antonella Leardi, che, nel corso del programma radiofonico “La Radiazza”, trova la forza per attaccare chi denigra il popolo partenopeo. Dichiarazioni commoventi, da vera mamma napoletana: